Deposito Nucleare: Trino oggi si autocandiderà a ospitarlo
Ieri lunghissima seduta di consiglio comunale "aperto". Ecco come è andata
TRINO (VC) – Al netto di decisamente improbabili ripensamenti dell’ultima ora, oggi il Comune di Trino invierà a Roma la “Pec” con la sua richiesta di autocandidatura a ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari e l’attiguo parco tecnologico.
È proprio oggi la deadline per farlo, a un mese dalla pubblicazione del Dl Energia.
Se ne è discusso, eccome, nella seduta di consiglio comunale aperto di ieri. Tantissimo pubblico, tanto che il Comitato TriNo, visti i posti limitati nei locali della Biblioteca (esauriti ben prima dell’inizio della serata), ha allestito una proiezione in un salone vicino.
Il Consiglio Comunale si poteva seguire anche online, ma l’importanza del tema ha indotto tanti alla scelta di presenziare fisicamente.
Temporaneo = permanente?
Tutti, maggioranza e minoranza, convengono sull’urgenza di individuare e realizzare un deposito nazionale, una decisione che, tutta italiana, latita da troppi anni. Il sindaco Daniele Pane, con la sua maggioranza compatta, teme che nonostante la recente pubblicazione della Cnai, l’elenco delle 51 aree idonee alla localizzazione del Deposito nazionale (dove Trino, come nella Cnapi di due anni prima, non è presente), il tutto sia destinato a rimanere così come è ora, con ogni vecchio sito nucleare destinato ad essere il deposito di sé stesso, con un concetto di temporaneo che da decenni assomiglia tanto al “per sempre” delle favole.
Per questo, visto che lui i rifiuti li ha già in casa, prova a forzare la mano proponendosi, certo che un deposito ultratecnologico possa migliorare gli standard di sicurezza di quanto è già sotto il tappeto del salotto, e magari portare pure benefici grazie al parco tecnologico. Non basterà l’autocandidatura per trovarsi il deposito a Trino, ma così si prova anche a mettere fretta a chi siede nelle stanze dei bottoni romana.
Pane: «Consci della decisione»
Le minoranze invece qui divergono, e lo hanno ribadito per le oltre 4 ore di seduta di ieri; la non presenza di Trino nella Cnapi prima e nella Cnai dopo la rende una zona non idonea: «Che sia il Governo e non questo Comune a togliere le castagne dal fuoco al Paese» ha esortato Patrizia Ferrarotti. «Siamo consci della nostra decisione, credo in quello che sto facendo» ha ribadito il primo cittadino.
Gli esperti e le loro relazioni
Il dibattito tra i consiglieri si era aperto con le relazioni dei 6 esperti, tre convocati dalla maggioranza, tre dalla minoranza: Nicola Ippolito, Responsabile tecnico-scientifico della Divisione nucleare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Stefania Uras, Vice Direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin e Michele Rosati, Responsabile Area Qualifica di Sito e Geologia Applicata di Sogin, Carlo Giraudi, ex dipendente ENEA, Avv. Gian Maria Mosca e Dario Zocco, ex direttore del Parco del Po. Più applauditi i secondi tra il pubblico, dove quelli che tendevano al “no autocandidatura” erano in maggioranza. Hanno fatto seguito le discussioni, con due mozioni (bocciate) della minoranza. Il tema? Facile da intuire…
Ma ora che accadrà? L’autocandidatura, proviamo a riassumere, provocherà una sorta di riesame della posizione del territorio trinese, che verrà nuovamente analizzato dai tecnici che ne definiranno un’eventuale idoneità. A quel punto, in caso di rivalutazione positiva, si avvierà una fase di trattativa, dalla quale (dell’eventualità si è discusso e litigato anche parecchio ieri) si dovrebbe poter anche fare un passo indietro. In ogni caso l’individuazione del Deposito non dovrebbe poter giungere prima di 6-8 anni «I soldi – ha spiegato Pane per mettere a tacere le malelingue – io non li vedrò mai».