‘Nessuno si senta solo’: il supporto psicologico di Pentagramma
L'associazione ha attivato un servizio telefonico per volontari, operatori sanitari e semplici cittadini
ACQUI TERME – La situazione emergenziale legata al coronavirus sta mettendo a dura prova la comunità. Gli apparati pubblici di Sanità e Sicurezza sono chiamati ad operare in contesti inusuali, spinti dalla missione di combattere e contenere l’epidemia dilagante.
Di fronte alla mole di contagiati, malati e morti, ci sono operatori sanitari, medici, infermieri, Oss e volontari delle associazioni di pubblica assistenza, insomma persone a cui non si può chiedere di rimanere indifferenti a questo carico emotivo. Per aiutarli ad affrontare il ‘mostro’ Covid-19 l’associazione Pentagramma, in collaborazione con la Protezione civile di Montabone e Acqui Terme, ha pensato ad un servizio telefonico di supporto psicologico.
Abbiamo chiesto qualche specifica alla dottoressa Franceca Lagormarsini, specialista aderente al progetto ‘Nessuno si senta solo’: «Gli operatori sanitari stanno affrontando anche un’emergenza psicologica – ci informa – Il pericolo principale è lo sviluppo di una sindrome da disturbo post-traumatico da stress. Che si manifesta a distanza di tempo, settimane o mesi, che comporta la difficoltà a gestire la vita quotidiana, con sonno disturbato dagli incubi, sfasamento dei ritmi sonno-veglia, accumulo di stress e malessere generale».
Accanto al personale sanitario, cioè medici, infermieri e Oss, professionisti abituati o formato ad hoc per affrontare la malattia, la morte, il dolore, ci sono tantissimi volontari del terzo settore, persone ‘comuni’ mosse da spirito di solidarietà.
«Loro affiancano alla loro professione, alla famiglia, questa attività di soccorso che va ad aggiungere un carico emotivo problematico ulteriore rispetto a quello ordinario. Inoltre il volontario subisce il mancato riconoscimento sociale invece riservato alle altre categorie sanitarie». Come pensate di aiutare tutti? «Attraverso l’ascolto – ha risposto la psicologa – Creando degli spazi nei quali con il racconto si prova a dare un senso alla situazione di emergenza che, in quanto tale, è fuori dall’ordinario, circoscritta nel tempo e nello spazio. Si cerca inoltre di riportare nell’emergenza alcune condizioni di normalità con la scansione del tempo».
Il progetto ‘Nessuno si senta solo’ è stato esteso anche ai cittadini comuni. Qual è il pericolo per chi vive l’emergenza nella ‘reclusione’ casalinga? «Si può creare sofferenza, una sensazione di impotenza, di inefficacia, causata dal non poter incidere sugli eventi – ha risposto – Chi sta in casa deve imparare a gestire il tempo, scandire la propria giornata, magari scrivendo sull’agenda una lista delle cose da fare secondo priorità e pensieri personali, in modo da non perdere il contatto con se stessi». Il numero dedicato è 0144 770336; il servizio è attivo tutti i giorni dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.