Società
Spigno Monferrato
I faldoni del 1631 ora sono a disposizione della Pro loco su file memorizzati. «Presto saranno consultabili per studi e ricerche sul tema»
8 Dicembre 2025
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12:02
SPIGNO MONFERRATO - Dall’estate scorsa il Comune di Spigno Monferrato è entrato a far parte della rete nazionale “Città delle streghe” , di cui Benevento è capofila. L’associazione comprende i comuni italiani con patrimonio storico e memoria popolare legati alla stregoneria facendosi anche promotrice di iniziative di natura culturale, istituzionale e turistica. Un legame, quello di Spigno Monferrato con (presunte) fattucchiere e (presunti) riti pagani che nasce almeno quattro secoli fa. Nel 1631 , infatti, nel borgo dell’Acquese ebbe luogo un processo contro tredici donne e due uomini del borgo Rocchetta accusati di stregoneria e presi di mira dall’arciprete della Chiesa di Sant’Ambrogio in quanto soggetti «poco timorati di Dio». «Testimonianze rare» Iniziato a luglio, il processo non ebbe mai una sentenza di condanna - il Santo Uffizio , infatti, lo ritenne "pieno di nullità" , ordinando il trasferimento delle donne detenute in un luogo sicuro per un nuovo interrogatorio - ma tutte le accusate persero la vita in carcere nei mesi successivi in circostanze misteriose. La verità è che si trattava di persone ai margini, solite praticare riti medicali non convenzionali per l’epoca o con comportamenti e abitudini ritenuti troppo “libertini”. Quasi quattrocento anni dopo, su autorizzazione della Archivio Storico della Diocesi di Savona- Noli , la Pro loco di Spigno Monferrato ha acquisito le riproduzioni digitali dei principali fascicoli inquisitoriali riguardanti il processo del 1631. «Grazie al direttore dell’archivio don Gianluigi Caneto - spiega Giampietro Moretti , membro della Pro loco - e alle archiviste Massimiliana Bugli, Enrica Gasco e Sarah Pagano abbiamo potuto consultare e riprodurre integralmente i documenti straordinari conservati in tre diversi faldoni dell’Inquisizione in cui sono contenute testimonianze molto rare legate ai processi per stregoneria nel Basso Piemonte tra la metà del ’500 e il 1676». «Anche nomi e cognomi» Il direttivo della Pro Loco è ora in attesa del via libera da parte dell’Archivio Storico della Diocesi di Savona-Noli per la divulgazione dei reperti storici in formato digitale. «In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Spigno - continua Giampietro Moretti - vorremmo mettere a disposizione queste riproduzioni per studenti, ricercatori e appassionati ». Gli antichi registri riportano anche i nomi e cognomi delle donne processate a Spigno, «e alcuni dei cognomi citati negli atti sono presenti ancora oggi in paese. È probabile che tra le accusate ci fosse qualche antenata di qualche spignese. Tra le idee che ci piacerebbe realizzare - aggiunge Moretti - c’è anche la creazione di una sorta di percorso multimediale tra le vie del paese collegato digitalmente ai fascicoli inquisitori».