Acqui Terme
Antonucci: ‘La mancata apertura nega ai malati l’accesso alle cure’
19 Maggio 2022 ore 14:46
di Redazione
ACQUI TERME - Dopo le indagini rivolta allo studio del settore termale, l'Act Consumatori non ha più dubbi: «È in corso una grave violazione del diritto alla Salute. Massima è l’urgenza di intervenire - afferma il presidente Massimo Antonucci - perché non è più tollerabile una condotta simile. All’orizzonte si staglia la chiusura totale degli stabilimenti, una circostanza gravissima che impedirà ad un grande numero di malati l’accesso ai benefici unici procurati dall’utilizzo dell’acqua sulfureo salsobromoiodica delle Terme di Acqui, le cui qualità curative e di prevenzione di molte patologie sono già note e convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale (mentre è in fase di asseverazione sperimentale anche la cura inalatoria per l’osteoporosi)».
I dati acquisiti dall’Act Consumatori dall’Assessorato alla Sanità della Regione hanno attestato che nel 2019, ultima annualità ‘normale’ prima dell’emergenza pandemica, le spese affrontate per le prestazioni sanitarie fuori regione sono state più del doppio rispetto a quelle affrontate al suo interno. «Non è una questione di business, i margini di espansione esistono – aggiunge Antonucci - Terme di Acqui S.p.a. ha deliberatamente deciso di negare le prestazioni medico-sanitarie termali a pazienti affetti da patologie anche croniche e degenerative (artriti o artrosi ad esempio) creando, al contempo, un danno a tutta la città, strutture ricettive, ristoratori e commercianti».
Senza dimenticare, ovviamente, le ripercussioni per i lavoratori: «Nel tempo una gestione imprenditoriale capziosa ha svilito il loro valore contrattuale trasformando le posizioni ‘a tempo determinato’ e spingendo oggi i dipendenti verso il baratro del licenziamento. Persone e famiglie che vivono una condizione psicofisica critica, privati della dignità lavorativa e di sicurezza economica – lamenta Antonucci – Lavoratori sviliti dal punto di vista professionale, estromessi, privati del proprio ruolo ed impiegati con diverse mansioni a causa del continuo ridimensionamento. E’ il momento che le Autorità facciano qualcosa: il diritto alla Salute è ‘inviolabile’».
L’esposto denuncia è stato inviato alla Procura presso la Corte dei Conti, al Direttore Generale dell’Asl, al Ministero della Giustizia, alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea.
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