Il caso ‘Pulin’: per una falla informatica due persone diventano una
Marco Pulin, di Visone, rischia di perdere le agevolazioni dello Stato per un problema di omonimia
VISONE – ‘Mario Rossi’ di tutta Italia, tremate! No, non è una minaccia, solo un (ironico) invito a non sottovalutare le conseguenze dell’omonimia. Già, perché proprio a causa di un problema di omonimia ha inizio la disavventura di Marco Pulin, 42enne di Visone, che da ormai due settimane si trova invischiato in un groviglio di situazioni al limite dell’assurdo e di frustranti rimbalzi da far quasi pensare a un “canovaccio” di kafkiana ispirazione.
Partiamo dall’inizio. Ai primi di gennaio Marco Pulin si reca all’Ufficio Postale di Ovada per avere il documento di giacenza media relativo al suo conto personale PostePay necessario per la compilazione del modello Isee 2021 che Marco deve presentare all’Agenzia delle Entrate per rinnovare la richiesta di concessione del reddito di cittadinanza, dei bonus luce, gas e acqua e dell’esenzione del ticket sanitario. Quando ha tra le mani il documento, però, si rende subito conto che qualcosa non va: «Mi sono accorto che riportava dati che non mi riguardavano: polizze, fondi e libretti postai di cui di certo non sono intestatario». Dopo accurate ricerche l’arcano è svelato: le polizze, i fondi e i libretti postali riportati sul documento di giacenza consegnato a Marco Pulin, in realtà, sono intestati a….Marco Pulin, un suo omonimo che risiede nel Padovano. Sembrerebbe che l’incredibile errore prenda origine da un errore informatico presente nel software che gestisce l’anagrafica di Poste Italiane. «Pensare che abbiamo in comune solo il nome, luogo e data di nascita del tutto differenti, quindi anche il codice fiscale è ben diverso. Eppure il disguido si genera inserendo nel terminale di Poste italiane sia il mio codice fiscale che quello del mio omonimo». Un disguido che, al di là degli aspetti ironici di tutta la faccenda, potrebbe causare a Marco Pulin (il “nostro” Pulin…) conseguenze pratiche molto serie: «L’Agenzia delle Entrate mi ha suggerito di non presentare il modello Isee, in quanto verrebbe comunque rifiutato perché i dati riportati non sono corretti».
In questa paradossale situazione (della quale si è interessata anche la trasmissione “Mi Manda Rai Tre”), per Marco l’unica “consolazione” è che a carico dell’“altro Pulin” non risulta alcuna pendenza fiscale, «altrimenti, per assurdo, a causa dell’errore l’Agenzia delle Entrate avrebbe potuto bloccare indistintamente anche i miei beni».
Marco e sua moglie hanno diritto al reddito di cittadinanza, ma per presentare la nuova domanda c’è tempo solo fino al 31 gennaio: «Sono socio di una ditta che fornisce service audio-luci per concerti e spettacoli, ma da quando è scoppiata l’epidemia ho smesso di lavorare. Io e mia moglie da mesi percepiamo dallo Stato 350 euro a testa, se da febbraio ci verranno tolti anche quelli non so proprio come faremo».
La compagna di Marco, tra l’altro, tra qualche settimana dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico, «quasi certamente senza esenzione ticket, e i soldi per pagare l’intervento al momento non li ho».
Pulin si è già rivolto a un avvocato per inviare una diffida a Poste Italiane, «perché provveda a rimediare quanto prima, in caso contrario faremo causa all’azienda. Sinceramente del risarcimento economico in questo momento a me interessa poco. La mia urgenza è poter presentare il modello Isee corretto per ottenere il reddito di cittadinanza e le varie agevolazioni, ma so già che in ogni caso ci vorranno mesi prima che tutto si sistemi».