Spigno, gli atti del processo alle streghe ora anche in digitale
I faldoni del 1631 ora sono a disposizione della Pro loco su file memorizzati. «Presto saranno consultabili per studi e ricerche sul tema»
SPIGNO MONFERRATO – Dall’estate scorsa il Comune di Spigno Monferrato è entrato a far parte della rete nazionale “Città delle streghe”, di cui Benevento è capofila. L’associazione comprende i comuni italiani con patrimonio storico e memoria popolare legati alla stregoneria facendosi anche promotrice di iniziative di natura culturale, istituzionale e turistica.
Un legame, quello di Spigno Monferrato con (presunte) fattucchiere e (presunti) riti pagani che nasce almeno quattro secoli fa. Nel 1631, infatti, nel borgo dell’Acquese ebbe luogo un processo contro tredici donne e due uomini del borgo Rocchetta accusati di stregoneria e presi di mira dall’arciprete della Chiesa di Sant’Ambrogio in quanto soggetti «poco timorati di Dio».
«Testimonianze rare»
Iniziato a luglio, il processo non ebbe mai una sentenza di condanna – il Santo Uffizio, infatti, lo ritenne “pieno di nullità”, ordinando il trasferimento delle donne detenute in un luogo sicuro per un nuovo interrogatorio – ma tutte le accusate persero la vita in carcere nei mesi successivi in circostanze misteriose. La verità è che si trattava di persone ai margini, solite praticare riti medicali non convenzionali per l’epoca o con comportamenti e abitudini ritenuti troppo “libertini”.
Quasi quattrocento anni dopo, su autorizzazione della Archivio Storico della Diocesi di Savona- Noli, la Pro loco di Spigno Monferrato ha acquisito le riproduzioni digitali dei principali fascicoli inquisitoriali riguardanti il processo del 1631. «Grazie al direttore dell’archivio don Gianluigi Caneto – spiega Giampietro Moretti, membro della Pro loco – e alle archiviste Massimiliana Bugli, Enrica Gasco e Sarah Pagano abbiamo potuto consultare e riprodurre integralmente i documenti straordinari conservati in tre diversi faldoni dell’Inquisizione in cui sono contenute testimonianze molto rare legate ai processi per stregoneria nel Basso Piemonte tra la metà del ’500 e il 1676».
«Anche nomi e cognomi»
Il direttivo della Pro Loco è ora in attesa del via libera da parte dell’Archivio Storico della Diocesi di Savona-Noli per la divulgazione dei reperti storici in formato digitale. «In collaborazione con la Biblioteca Comunale di Spigno – continua Giampietro Moretti – vorremmo mettere a disposizione queste riproduzioni per studenti, ricercatori e appassionati».
Gli antichi registri riportano anche i nomi e cognomi delle donne processate a Spigno, «e alcuni dei cognomi citati negli atti sono presenti ancora oggi in paese. È probabile che tra le accusate ci fosse qualche antenata di qualche spignese. Tra le idee che ci piacerebbe realizzare – aggiunge Moretti – c’è anche la creazione di una sorta di percorso multimediale tra le vie del paese collegato digitalmente ai fascicoli inquisitori».