Agrivoltaico alla Madonnalta: nuove istanze dal comitato
Società
Alessandro Francini  
3 Dicembre 2025
ore
17:49 Logo Newsguard
Acqui Terme

Agrivoltaico alla Madonnalta: nuove istanze dal comitato

"I pannelli - spiega l'ex sindaco Lucchini - potrebbero aumentare il deflusso delle acque meteoriche"

ACQUI TERME – La conferenza di servizi in programma lunedì 24 novembre per discutere dell’impianto agrivoltaico in regione Madonnalta ad Acqui Terme è stata posticipata a data da destinarsi.

Il rinvio è stato stabilito a seguito di alcune osservazioni presentate al Comune – e di cui viene dato conto alla Sovrintendenza – dal comitato di cittadini che si oppone al progetto presentato dalla ditta Elios Due Srl. Istanze che, secondo il comitato, rientrano nell’ambito delle criticità di cui occorre tenere conto per una corretta valutazione della fattibilità del progetto.

«L’installazione dei pannelli – spiega l’ex sindaco Lorenzo Lucchini, presidente del comitato “Proteggiamo regione Madonnalta” – andrebbe a parzializzare notevolmente la visibilità del vicino santuario a scapito di buona parte delle abitazioni che si trovano nei pressi del sito. Inoltre, come ribadiamo sin dall’inizio, bisogna considerare l’effetto estremamente impattante che la distesa di pannelli avrebbe all’ingresso della città».

C’è, però, un altro fattore altrettanto importante che i membri del comitato di regione Madonnalta hanno evidenziato nella relazione presentata in Comune. «Finora non è stato mai preso in considerazione il fatto che i pannelli, posizionati su quel terreno in particolare, a pochi metri dalla vicina strada che immette nel centro abitato, potrebbero aumentare il deflusso delle acque meteoriche. Questo aspetto – osserva Lucchini – può rappresentare un fattore di rischio per la sicurezza della viabilità su Stradale Savona in caso di forti acquazzoni».

A ciò si aggiunge anche un’altra incognita, «ovvero il tipo di vegetazione prevista all’interno del sito. Anche in questo caso parliamo di un aspetto mai chiarito. Tra l’altro, proprio a questo riguardo, di recente l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ndr) ha emanato precise direttive, che crediamo debbano essere tenute in considerazione».

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