Reperti archeologici a Madonnalta: necessarie nuove ricerche
Da Palazzo Levi una delibera per «individuare ulteriormente il passaggio della via Aemilia Scauri e della viabilità originariamente ad essa collegata»
ACQUI TERME – Durante alcuni scavi preventivi nell’area in cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto agrivoltaico in regione Madonnalta, la scorsa primavera sono emerse «evidenze di un tracciato viario secondario probabilmente legato al passaggio della via Aemilia Scauri».
Ora, quindi, Il Comune di Acqui Terme vuole approfondire le ricerche per avere un’idea più precisa sull’effettiva natura del patrimonio archeologico presente nei terreni in cui la ditta Elios Due Srl vorrebbe installare i pannelli a energia solare coprendo una superficie di circa cinque ettari.
Per ora tutto in stand by
Nei giorni scorsi la giunta di Palazzo Levi ha approvato una delibera con la quale si impegna a «individuare ulteriormente il passaggio della via consolare Aemilia Scauri attraverso il territorio comunale, e della viabilità romana secondaria ad essa legata, quale elemento primario della valorizzazione del patrimonio archeologico cittadino e territoriale». Una presa di posizione che rientra in un ampio piano di valorizzazione del patrimonio storico-archeologico – anche a mezzo dell’istituzione di un sistema museale d’area vasta – ma che va pure incontro alle istanze di migliaia di acquesi, in primis coloro che abitano in regione Madonnalta, fortemente contrari all’installazione dell’impianto agrivoltaico.
In seguito alla recente decisione della giunta è stata sospesa la Conferenza di servizi in programma proprio in queste settimane per discutere del progetto presentato da Elios Due Srl. Il Comune di Acqui Terme e la Sovrintendenza hanno richiesto un approfondimento sugli aspetti tecnici e operativi relativi all’eventuale installazione dei pannelli sui terreni della Madonnalta. Tra le questioni sollevate rientrano il sistema di ancoraggio superficiale, l’altezza delle strutture e, in particolare, il rispetto della distanza minima di 500 metri dal Santuario, come previsto dalle normative sugli impianti fotovoltaici nei pressi di edifici di interesse storico e architettonico. La Sovrintendenza ha inoltre sottolineato la necessità di garantire una sorveglianza archeologica costante durante gli scavi per la posa dei cavidotti e delle connessioni alla rete elettrica.
Al momento, quindi, il progetto agrivoltaico rimane in stand by. Diversi i fattori che vanno a complicare i piani del proponente, giocando a favore del comitato di cittadini che da inizio anno si oppone all’installazione dei pannelli in un’area che si trova a poche decine di metri da numerose abitazioni e da un luogo di culto tutelato dalla Sovrintendenza.