Agrivoltaico: si va verso un confronto tra Consulta e Regione
Politica
Alessandro Francini  
9 Settembre 2025
ore
16:38 Logo Newsguard
Acqui Terme

Agrivoltaico: si va verso un confronto tra Consulta e Regione

L’obiettivo è affrontare il tema del cumulo di superfici già interessate in provincia di Alessandria oltre ad alcuni aspetti giuridici

ACQUI TERME – Giovedì 4 a Pecetto si è svolta la seconda riunione della “Consulta per il paesaggio, l’agricoltura e le energie sostenibili”, che riunisce i comitati di Acqui, Alessandria e Pecetto che si oppongono alla realizzazione di impianti agri e fotovoltaici nei rispettivi territori.

Erano presenti anche il presidente della Provincia, Luigi Benzi, i consiglieri regionali Davide Buzzi Langhi, Pasquale Coluccio, Fabio Isnardi, Silvia Raiteri e Domenico Ravetti.

Così la Sovrintendenza

«I nostri comitati – spiega l’ex sindaco Lorenzo Lucchini, presidente del comitato ‘Proteggiamo regione Madonnalta’ – hanno sottolineato la volontà di presentare le istanze della Consulta in un tavolo regionale. Alcuni consiglieri ritengono opportuno un confronto nelle commissioni competenti. L’obiettivo è affrontare il tema del cumulo di superfici già interessate in provincia di Alessandria e gli aspetti giuridici che richiedono un serio confronto con i funzionari regionali».

Nel frattempo, per quanto riguarda il progetto dell’agrivoltaico in regione Madonnalta alla porte di Acqui, dagli scavi effettuati nei mesi scorsi è emerso che i reperti rinvenuti sarebbero risalenti all’Età Imperiale e riconducibili a una strada parallela all’antica via Aemilia Scauri. A tale proposito, a tutela del sito archeologico la Sovrintendenza ha disposto che gli ancoraggi superficiali dei pannelli a energia solare non superino i 50 centimetri di altezza. Oltre a ciò l’ufficio del Ministero chiede che vengano rispettate le fasce di tutela nei pressi delle trincee in cui sono stati rinvenuti i reperti e, nel caso in cui si dovesse arrivare alla posa dei cavidotti per il passaggio della rete elettrica, la costante presenza di un referente archeologico.

Al Comune, invece, è stato chiesto di fornire ulteriore e più precisa documentazione riguardo all’effettiva distanza tra l’area dell’impianto e il Santuario della Madonnalt.

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