Cimitero islamico: via al dialogo per individuare l’area idonea
Il sindaco Rapetti ha incontrato il presidente del centro culturale di via Nizza: "Siamo solo alle fasi embrionali, ma troveremo una soluzione"
ACQUI TERME – Mercoledì 16 il sindaco Danilo Rapetti ha incontrato Mohammed El Hlimi, presidente de Centro culturale islamico di Acqui Terme, per avviare un confronto formale in merito al nuovo campo di sepoltura per i defunti di fede musulmana.
«Insieme a Mohammed El Hlimi – spiega il sindaco Rapetti – abbiamo analizzato le possibili strade da percorrere per far sì che la numerosa comunità musulmana di Acqui e dei paesi limitrofi abbia, come è giusto che sia, un proprio luogo di sepoltura». Per quanto riguarda l’area in cui potrebbe sorgere il nuovo cimitero al momento l’ipotesi più accreditata sembra far riferimento a un terreno nei pressi del cimitero comunale di via Cassarogna. «Dovrebbe trattarsi di un sedime limitrofo al cimitero comunale cittadino. Tuttavia per ora si tratta solo del frutto di una serie di valutazioni».
“Un buon primo passo”
L’acquisto del lotto sarebbe a carico del Centro culturale islamico. «A ogni modo – riferisce il sindaco Rapetti – quando sarà il momento il Comune fornirà l’appoggio tecnico-normativo garantendo tutte le tutele legali».
Un argomento di cui Mohammed El Hlimi, per la prima volta, ha potuto discutere in sede istituzionale con chi amministra gli interessi della città. «Questo aspetto rappresenta già un buon primo passo, anche perché prima non era mai successo. Sapere che da parte del Comune c’è la volontà di affrontare la questione in maniera costruttiva è incoraggiante», osserva il presidente del Centro islamico culturale.
Tra le persone di fede musulmana, di generazione in generazione, sono sempre meno coloro che chiedono di essere seppelliti nei paesi di origine. «Siamo una comunità con una età media abbastanza bassa. I nostri figli sono nati in Italia. Qui in provincia – osserva El Hlimi – l’unico cimitero per i defunti di religione musulmana è ad Alessandria, ma i posti disponibili sono sempre meno. A oggi, comunque, siamo solo alle fasi embrionali di un percorso che potrebbe rivelarsi molto lungo. Serviranno studi e prassi burocratiche abbastanza complesse. Inoltre dobbiamo valutare anche l’aspetto economico. I membri della nostra comunità hanno già fatto moltissimo per l’acquisto dell’edificio che a breve diventerà la nuova sede del nostro centro culturale. Se tutta la fase iniziale procederà per il meglio, chiedere un ulteriore sforzo economico ai fedeli dell’Acquese comporterebbe importanti responsabilità».