Rinnovabili, in Senato un appello anche dai sindaci dell’Acquese
Marco Nani e Giuseppe Mastorchio a Roma per chiedere al Governo di dare ai Comuni «maggiore peso decisionale sugli impianti a energia solare ed eolica»
ROMA – Mercoledì 16 nell’aula del Senato, tra le trenta fasce tricolori in rappresentanza di oltre 220 amministrazioni comunali di tutta Italia, c’erano quelle indossate dal vice sindaco di Montechiaro d’Acqui, Marco Nani, e dal consigliere di maggioranza Giuseppe Mastorchio per il Comune di Denice.
Scopo della trasferta nella capitale fare da portavoce per il territorio dell’Acquese e presentare al Governo un documento-appello sul tema di transizione ecologica.
“Sì alle fonti rinnovabili, no alla speculazione”
«In questi anni – spiega il vice sindaco Marco Nani – i Sindaci sono stati completamente messi da parte da ogni decisione sulla localizzazione di impianti di energia rinnovabile. Le nuove forme di energia verde, in particolare le risorse solari ed eoliche, costituiscono un’importante risorsa per la tutela dell’ambiente, ma rappresentano al tempo stesso una sfida alla capacità di integrazione e tutela del paesaggio italiano, anche a causa del forte impatto visivo che caratterizza questo tipo di impianti».
I primi cittadini d’Italia, quindi, chiedono al Governo di stabilire «una serie di principi che consentano di tutelare le tracce della storia sull’ambiente ma al tempo stesso di favorire la ricaduta positiva del progresso tecnologico dell’energia “verde”». Un messaggio a sostegno delle Fonti di energia rinnovabile utilizzate con criterio, perché «il paesaggio non può essere sacrificato alla speculazione».
«Il paesaggio italiano è un capolavoro di vigne e castelli», ricorda Marco Nani, citando Carducci, «e sarebbe un errore irreversibile snaturare il nostro patrimonio paesaggistico e culturale con un’installazione indiscriminata di pannelli fotovoltaici e pale eoliche». La proposta che arriva dal Basso Piemonte, che si aggiunge a quelle dei colleghi di ogni parte d’Italia, è quella di «dare maggior spazio discrezionale nelle decisioni agli enti deputati alla salvaguardia e tutela del patrimonio storico artistico e culturale, quali le Soprintendenze, in modo da preservare il patrimonio storico e architettonico. Solo guardando al passato – aggiunge Marco Nani – si può costruire un futuro migliore in cui vivere. Serve un piano condiviso e partecipato, che tenga conto delle specificità dei territori e della loro vocazione paesaggistica, agricola e culturale».