Il Pd torna su Avim: “Cancellato oltre un milione di residui attivi”
I "dem" termali: "Somme che nel tempo il Comune ha prestato ad Avim e che non rivedremo più. Nel complesso, un danno da oltre 7 milioni di euro"
ACQUI TERME – Il circolo acquese del Partito Democratico torna sulla vicenda Avim, e lo fa in riferimento alla delibera dello scorso 3 aprile a oggetto “Riaccertamento ordinario dei residui al 31/12/25 – Rendiconto 2024”.
«Con questa delibera – dichiarano i “dem” termali – la Giunta comunale cancella ben 1.132.474 euro di residui attivi per crediti verso Avim, somme che nel tempo il Comune ha prestato ad Avim e che non rivedremo più».
L’ammontare economico è stato versato dal 2008 fino al 2021 da Palazzo Levi a favore della società fondata nel 2008 dall’allora sindaco Danilo Rapetti per la valorizzazione degli immobili comunali e la cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare.
«Vogliamo, però, sgomberare il campo da ogni alibi o scusa che Rapetti-Bertero potrebbero utilizzare. La Giunta 5 stelle (alla guida della città dal 2017 al 2022, ndr) ha versato somme sula base di impegni presi da loro: loro e solo loro è la responsabilità di tutto. Perché il Comune prestava soldi ad Avim – domandano dal Pd – che, ricordiamo, era una sua società? Perché questa non aveva soldi, non riusciva a vendere e non pagava né le spese condominiali né le rate dei mutui. Se anche mai avesse avuto un senso l’idea iniziale, Avim non è mai stata dotata dal suo proprietario (il Comune appunto) delle necessarie risorse e di competenza per poter adempiere al non facile compito che aveva, ossia valorizzare i beni immobili del Comune».
“Soldi che gli acquesi non rivedranno più”
A marzo scorso la travagliata vicenda si è chiusa con un accordo economico tra il curatore fallimentare e il legale rappresentante del Comune di Acqui. Un punto di incontro che ha consentito di porre fine alla querelle con un esborso complessivo da parte dell’amministrazione comunale di 195milaeuro.
«Con lo stesso accordo – aggiungono dal circolo ‘Raffaello Salvatore’ – il Comune si è impegnato a partecipare all’asta che sarà bandita per i locali di via Emilia per una somma pari 67 mila e 500 euro. Se non vi saranno altre offerte, quindi, il Comune riacquisterà locali già di sua proprietà finiti nella cartolarizzazione». A ciò, inoltre, vanno aggiunti i 78 mila euro di parcella per il legale che ha rappresentato il Comune nel fallimento».
Ai residui attivi cancellati (1.132.474,73 euro), ai 195 mila euro per l’accordo con il curatore, ai 78 mila euro per le spese legali e ad altri 67 mila con cui il Comune dovrebbe rientrare in possesso dei locali di via Emilia vanno poi sommati. sottolineano i “dem”, «i 6.109.750 euro di valore perso sugli immobili conferiti ad Avim, così ha stimato la Corte dei Conti con la deliberazione n. 128 del 5/11/2020».
Un ammontare totale di quasi 7 milioni e 600 mila euro, «un danno che ha subito il Comune e, quindi, tutti gli acquesi per una decisione scellerata adottata nel 2008 dalla Giunta a guida Danilo Rapetti. L’allora gruppo consiliare del Partito Democratico votò contro e cercò, inascoltato, in tutti i modi di far comprendere alla maggioranza l’errore che stava compiendo».