Il Pd su ospedale di Acqui: “Può diventare polo universitario?”
Nel pomeriggio di ieri l'incontro dei "dem" sulla sanità pubblica. Ravetti: "Chiediamo uno studio di fattibilità per fare di Acqui un centro per specializzandi"
ACQUI TERME – Uno studio di fattibilità «che certifichi i vantaggi nell’inserire nelle disponibilità dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Alessandria anche il ‘Monsignor Galliano’ di Acqui Terme».
È la proposta avanzata dal vice presidente del consiglio regionale Domenico Ravetti in occasione del convegno sulla sanità pubblica organizzato venerdì 11 dal circolo termale del Partito Democratico all’hotel La Meridiana, al quale hanno partecipato anche l’onorevole Federico Fornaro e il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi.
«Collegare le attività di ricerca anche al progetto di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico – ha aggiunto Domenico Ravetti – e portare ad Acqui Terme medici specializzandi potrebbe rappresentare una svolta epocale per questo territorio. Noi siamo pronti ad affrontare una battaglia di questo genere per chiedere alla Regione uno studio di fattibilità. Dobbiamo capire se ci sono le giuste condizioni per una programmazione di questo tipo».
“Un atto di buon senso”
Un’eventuale svolta che consentirebbe di avviare per l’ospedale acquese una corposa riorganizzazione delle prestazioni sanitarie e del personale interno. «Acqui – prosegue il consigliere Ravetti – potrebbe diventare un presidio sanitario in grado di attrarre pazienti anche da altri territori». Nelle vesti di ospedale universitario il ‘Galliano’ diventerebbe una struttura autonoma, indipendente dall’Asl provinciale (solo in ambito ospedaliero, non ambulatoriale) ma ricompresa nell’Aou di Alessandria.
Una proposta che trova il consenso del sindaco Danilo Rapetti. «Verificare quali possano essere le possibilità dell’Acquese per rientrare in un progetto simile è senza dubbio un atto di buon senso. La logistica territoriale in questo modo vedrebbe Acqui e Alessandria unite. Il ‘Monsignor Galliano’ avrebbe garantita una qualità costante di medici e una presenza di specializzandi che andrebbero a curare i nostri pazienti e allo stesso tempo a formarsi professionalmente. Per quanto riguarda il termalismo, inoltre, Acqui potrebbe diventare un luogo di eccellenza nell’ambito della ricerca delle proprietà curative delle terme ed eventualmente in quella della riabilitazione cardio-respiratoria».
Uno studio di fattibilità che il sindaco Rapetti si dice disposto a finanziare anche con risorse comunali, «nel caso in cui dalla Regione dovessero manifestarsi difficoltà burocratiche che potrebbero rallentarne l’attuazione. Su questo, però, mi riservo di discuterne con la mia maggioranza e con il Consiglio comunale».
In risposta alle dichiarazioni di Riboldi e Marchitelli
Un’idea, quella del Galliano come nuovo polo universitario, giunta a margine di una serie di considerazioni in risposta alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi e dal direttore generale dell’Asl Francesco Marchitelli sull’attuale situazione del Pronto soccorso, dei medici cardiologi e della logistica sanitaria territoriale.
Pronto soccorso
«I vertici aziendali dell’Asl e l’assessore regionale alla Sanità – ha dichiarato Domenico Ravetti – sostengono che per l’ospedale Galliano non si possa parlare di tagli al Pronto soccorso ma di manutenzione evolutiva. La verità, però, è che passando da due a un unico box il servizio è stato ridotto, non si è evoluto. E se da ventimila accessi al Ps siamo scesi a 13mila, come ci viene detto dall’Asl, è anche perché gli acquesi cercano e trovano risposte ai loro bisogni di salute altrove».
Medici cardiologi
«Per quanto riguarda la cardiologia, poi, dal 2016 a oggi siamo passati da un quadro generale che, tra ospedale e distretto, comprendeva otto cardiologi e al Gallino quattro letti di semi intensiva contigui alla Rianimazione a zero letti per la cardiologia e due cardiologhe in pensione che operano con contratto libero professionale. Così ci hanno detto, perché in realtà sull’albo risulta uno solo dei due contratti annunciati dall’Asl. Per la cardiologia di distretto, inoltre, a oggi non esiste un sostituto per la dottoressa che è andata in pensione a fine 2024, costretta a fare quasi duecento visite al mese», ha sottolineato il vice presidente del consiglio regionale.
Dgr 1-600
Critiche anche in merito a ciò che i vertici dell’Asl hanno detto in merito all’attuazione della 1-600. «Dichiarano – afferma Ravetti – che l’atto di programmazione 1-600 è stato superato dal Dgr del 26 febbraio, ma ciò non è vero. Perché quel Dgr riguarda il riparto delle risorse del fondo sanitario alle aziende sanitarie regionali e l’assegnazione degli obiettivi economici e finanziari. La 1-600 non è stata superata. Se quello di febbraio fosse stato un atto di programmazione lo avremmo votato in Consiglio regionale, perché siamo fuori dal piano di rientro. La 1-600 da allora non è mai stata modificata».
Ospedale di Alessandria
«Dall’Asl ci viene detto che per i pazienti particolarmente critici l’ospedale di riferimento rimarrebbe quello di Alessandria, ma il riferimento alessandrino non deve venir meno per nessun paziente, deve continuare, così come richiesto all’unanimità dallo stesso consiglio comunale di Acqui. Insomma, le risposte dell’Asl e dell’assessore regionale Riboldi non ci hanno convinto per nulla. Noi – ha concluso Ravetti – siamo comunque disponibili a confrontarci su eventuali diverse ricostruzioni, sia da parte dell’assessore regionale alla Sanità che dall’Asl».