Fallimento Avim: si chiude con un accordo tra curatore e Comune
La travagliata vicenda della società costituta nel 2008 per la cartolarizzazione degli immobili comunali verrà chiusa con un esborso di 190mila euro
ACQUI TERME – Si è chiusa con un accordo economico la lunga e travagliata vicenda Avim, la società costituita nel 2008 dall’allora sindaco Danilo Rapetti per la valorizzazione degli immobili comunali «e la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare».
Dopo la richiesta di 4 milioni di euro per risarcimento danni. il curatore fallimentare e il legale rappresentante del Comune di Acqui hanno raggiunto un punto di incontro che consente di porre fine alla querelle con un esborso da parte dell’amministrazione comunale di 190milaeuro.
Il fallimento a dicembre 2020
Nata con l’obiettivo di portare liquidità nelle casse di Palazzo Levi attraverso la dismissione di una serie di immobili di proprietà del Comune – tra questi, ad esempio, l’ex stabilimento Merlo e l’ex Tribunale di via Saracco – l’operazione si è poi rivelata fallimentare. Da un iniziale valore patrimoniale di quasi 8 milioni di euro, infatti, nel giro di dieci anni si è via via accumulata una perdita superiore ai 4 milioni. Su per giù la stessa somma richiesta un anno fa dal curatore fallimentare.
Dopo la messa in liquidazione della società nel 2014, la Corte dei Conti nel 2020 ha inviato un sollecito per chiedere all’ex giunta Lucchini – che nel frattempo aveva avviato un piano di risanamento stragiudiziale in accordo con i creditori – di risolvere in qualche mondo la situazione. Un atto a seguito del quale, a dicembre, l’assemblea dei soci (ovvero il Comune) ha deciso di decretare il fallimento della società.
“A posteriori fu un errore”
«Come ho già avuto modo di dichiarare durante la campagna elettore del 2022 – commenta il sindaco Danilo Rapetti – si tratta di un’operazione che certamente non rifarei. È anche vero, però, che la grave crisi finanziaria che esplose proprio in quegli anni in tutto il mondo ebbe conseguenze pesantissime sull’economia globale e in particolare sul settore dell’immobiliare. Tuttavia nel 2012, ovvero quando terminò il mio secondo mandato, Avim era in utile e stava procedendo con alcune vendite, se pur in numero limitato e a un valore molto più basso di quello di perizia».
Per l’esborso dei 190milaeuro il Comune attingerà da somme già accantonate. «A questo punto – aggiunge Rapetti – possiamo dire che il cerchio finalmente si è chiuso. Parliamo di un transazione molto favorevole per il nostro Comune e di assoluto buon senso anche da parte del curatore fallimentare. Ora di tutta questa vicenda, anche sul piano politico, se ne potrà parlare solo al tempo passato».