Perché fermare i nuovi Ogm: lo spiega l’Associazione Rurale Italiana
Ad Asti, Acqui e Monastero Bormida l’organizzazione contadina coinvolge gli amministratori e la cittadinanza attorno a un tema cruciale per il futuro dell’agricoltura
ACQUI TERME – L’Associazione Rurale Italiana (ARI) lancia tre appuntamenti per sensibilizzare le amministrazioni locali e la cittadinanza riguardo al rischio di una deregolamentazione degli organismi geneticamente modificati (OGM) in Europa e in Italia.
Gli eventi si terranno il 7 marzo alle 18 alla Casa del Popolo di Asti, l’8 marzo alle 16 alla Ex Kaimano di Acqui Terme e il 9 marzo alle 14 al Mulino dei Semi di Monastero Bormida, nell’ambito dell’evento annuale “Un sacco di semi”.
Tre incontri per sensibilizzare
Gli incontri vedranno la partecipazione di consiglieri, sindaci e assessori dei Comuni coinvolti, agronome, agricoltori e attivisti di organizzazioni della società civile. Gli appuntamenti saranno anche un’occasione per presentare il volume “Perché fermare i nuovi OGM”, edito da Terra Nuova Edizioni e in gara per il Premio Acqui Ambiente, giunto quest’anno alla sua sedicesima edizione. L’incontro che si terrà ad Acqui Terme rientra tra gli eventi collaterali del Premio Acqui Ambiente e sarà co-organizzato con il Comune di Acqui Terme Assessorato alla Cultura. Interverranno l’assessore alla Cultura Michele Gallizzi, Fabrizio Garbarino dell’Associazione Rurale Italiana, l’agronoma Elisa Mascetti e Francesco Paniè del Centro Internazionale Crocevia.
Ari promuove queste attività di sensibilizzazione, dialogo, incontro con la cittadinanza e le amministrazioni locali in un momento in cui l’Unione Europea sta lavorando per eliminare le regole di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per gli organismi geneticamente modificati destinati all’alimentazione e all’agricoltura.
“A venticinque anni dall’approvazione di norme che salvaguardano il settore produttivo italiano e continentale dalla contaminazione da OGM, tutto è nuovamente messo in discussione senza un adeguato confronto pubblico e il coinvolgimento dei contadini e dei cittadini – afferma Ari – Come organizzazione che difende i piccoli produttori a livello nazionale e nel mondo, siamo fortemente preoccupati che il nostro modo di nutrire le comunità sia spazzato via dalla deregolamentazione degli OGM brevettati da poche multinazionali”.
Come membro del movimento mondiale La Via Campesina, da oltre vent’anni Ari si batte per un’agricoltura ecologica e improntata alla valorizzazione della biodiversità locale. Il paradigma della sovranità alimentare, coniato proprio dai movimenti internazionali di piccoli produttori, è oggi sotto attacco in Europa dalla proposta di deregulation degli OGM, che metterebbe a repentaglio la sopravvivenza di settori come il biologico o l’agricoltura contadina di piccola scala. Per questo, ARI chiede ai Comuni di costruire una risposta dal basso, per proteggere i territori da questa minaccia, tramite l’approvazione di delibere che dichiarino i territori “liberi da OGM vecchi e nuovi”, tutelando le mense scolastiche, i mercati e le filiere dei prodotti locali.