“Canzoni di fuga e di speranza”: l’album omaggio agli Yo Yo
Sabato 1° marzo, alle 18, ad Alessandria a Visioni 47 è in programma la presentazione della raccolta di 24 brani in cui grandi artisti omaggiano la storica folk band acquese
ACQUI TERME – Propone trentacinque anni di musica “Canzoni di fuga e di speranza”, raccolta di 24 brani in cui grandi artisti omaggiano gli Yo Yo Mundi.
«Hanno fatto tutto alle mie spalle – racconta Paolo Enrico Archetti Maestri, storico frontman del gruppo acquese – Dopo quasi due anni di gestazione sono stato messo di fronte al fatto compiuto». L’album sarà presentato con tanti ospiti sabato 1° marzo, dalle 18, ad Alessandria presso il centro culturale Visioni 47.
Cosa si prova a sentire le proprie canzoni interpretate da altri artisti?
Le canzoni tu le scrivi e le interpreti ma poi diventano del mondo: questa è la bellezza. Chi la ascolta o chi la rifà ci mette dentro i suoi sentimenti. E il brano la continua a vivere, poco importa chi sia l’autore.
A quali è più legato?
Diverse. Penso a “Alla bellezza dei margini”. È diffusa nei supermercati di una nota catena. Sorrido quando mi chiamano per dirmi che mi hanno sentito. Poi c’è “Tredici”, sulla banda Tom. Tutte le volte che la cantiamo vediamo l’emozione che ci restituisce il pubblico.
Quanto è importante raccontare o ricordare i fatti mettendoli in musica?
“Amorabilia” è un brano del mio album solista che ho dedicato a Fausto e Iaio, due ragazzi del Leoncavallo uccisi nel 1978. Ti rendi conto che hai permesso a questa storia di non essere dimenticata. E questo vale anche per tutte le storie che con gli Yo Yo abbiamo narrato per far si che non cadessero nell’oblio.
Le canzoni hanno un ruolo sociale?
Molti dicono che la musica dovrebbe essere svago. Vedi il diktat di Sanremo di non parlare di attualità o politica. Noi abbiamo sempre avuto un’altra pelle. Pensiamo che l’arte sia raccontare storie che ci riguardano o ci hanno sfiorato e ci sembra strano che gli altri non lo facciano.
Come mai secondo lei non ci sono più gruppi con il vostro approccio?
In realtà ci sono tantissimi autori che realizzano musica ma non arrivano nelle radio. Un tempo chi produceva restituivano artisti come Guccini, De Andrè o Dylan per ciò che generavano. Oggi c’è un blocco creativo. L’industria decide quello che tu devi veicolare. La politica decide quello che si può dire.
Come sarà strutturata la presentazione?
Inizierà con un’intervista. Poi molti artisti interpreteranno le loro canzoni. Saranno Michele Anelli, La banda popolare dell’Emilia rossa, Daniele Gennaro, Gianluca Spirito dei Modena City Ramblers. E poi il mio amico Enrico Pesce, Cristina Nico, Roberto Grossi ed Helle.
Nell’album c’è anche Ricky Gianco.
Un mito. Dialoga con Lalli per “Chiedilo alle nuvole”, una poesia che ci ha davvero emozionato. Ricky a più di 80 anni canta ancora strepitosamente.