De Angelis: “Concessioni? Pater deve offrire delle garanzie”
Per il consigliere provinciale le trattative con l'attuale proprietà delle Terme possono partire "solo a determinate condizioni e con evidenti segni di collaborazione"
ACQUI TERME – «La cosa positiva è che, in un modo o nell’altro, nel 2026 si definiranno le sorti delle nostre acque termali, ma ricordiamoci sempre che a oggi la città è ancora ostaggio di chi detiene la proprietà della maggior parte degli immobili cittadini».
Il consigliere provinciale Nicola De Angelis, anche capogruppo di maggioranza a Palazzo Levi, dice la sua in vista dei possibili scenari che a partire da giugno 2026 potranno prendere forma per il termalismo acquese. «L’ipotesi di una società a trazione pubblica – commenta De Angelis – si profila indubbiamente come la via più sicura. Sicuramente di non facile realizzazione sia sul piano giuridico che sul piano pratico, tuttavia confido nella competenza di tutti gli attori coinvolti, in particolare del sindaco Rapetti, con il quale ci siamo più volte confrontati».
“Grand Hotel, Spa e piscina”
Nei prossimi mesi, tra l’altro, dovrà prendere il via lo studio sui nuovi punti di captazione per il quale la Regione ha assegnato alla Provincia un contributo di 160mila euro. Terminato il monopolio attualmente in capo a Terme di Acqui Spa, quindi, le fonti termali dovranno essere assegnate a nuove realtà imprenditoriali intenzionate ad investire nel termalismo acquese.
«In uno scenario normale – osserva De Angelis – ci si siederebbe a trattare, magari ipotizzando anche una compartecipazione dell’attuale monopolista (Alessandro Pater, ndr) nella gestione futura delle acque. Purtroppo siamo di fronte a un imprenditore che, per logiche tutte sue, ha deciso che Acqui debba turisticamente e “termalmente” morire, utilizzando più volte lo strumento delle serrate e dei ricatti».
Se trattare si dovrà, sostiene il consigliere di Italia Viva, che almeno lo si faccia con determinate garanzie: «Prima di sedersi al tavolo delle trattative dovranno esserci segni tangibili ed evidenti di collaborazione. Come ad esempio l’apertura del Grand Hotel e del Lago delle Sorgenti, con piani di sviluppo e garanzie di aperture permanenti e non a singhiozzo, come avvenuto negli ultimi anni. Allo stesso modo, Terme di Acqui Spa dovrà anche trovare una soluzione per la piscina, per la quale non bastano i trattamenti di dezanzarizzazione, perché un’area di quelle dimensioni, completamente dismessa, da anni sta deturpando un intero quartiere».