Asti Docg: anche nel 2024 oltre 90 milioni di bottiglie vendute
Il Moscato d'Asti è sempre più richiesto negli Stati Uniti. Ricagno: "Consumi sempre più orientati verso i prodotti a bassa gradazione"
ACQUI TERME – Come già nel 2023 anche nell’anno appena trascorso la produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti ha superato quota 90 milioni per bottiglie vendute. Un bilancio positivo per il Consorzio dell’Asti Docg, fortemente condizionato dall’importante incremento del Moscato d’Asti che nel 2024 ha fatto registrare oltre 33 milioni di etichette, con un sensibile aumento della domanda negli Stati Uniti, in Corea e in Cina.
In leggera flessione l’imbottigliato dell’Asti Spumante, che tiene, però, sul fronte delle esportazioni (-0,8% i volumi nei primi 9 mesi del 2024). In grande ascesa le spedizioni verso l’Est Europa, dove Lettonia (+5%) e Russia (+49%) rappresentano oltre un terzo del totale export nel periodo; in lieve calo gli Usa (-2%) mentre il Regno Unito cresce del 10%.
Mercato: segnali precisi
«Possiamo ritenerci soddisfatti – ha detto il presidente del Consorzio Asti Docg, Stefano Ricagno – perché nonostante le incertezze dei mercati, questi risultati dimostrano che il trend di consumo è sempre più orientato verso prodotti alcolici a bassa gradazione sia in Italia che all’estero. Moscato d’Asti e Asti Spumante sono naturalmente low alcohol, e quindi tradizionali ma moderni allo stesso tempo, in grado di intercettare nuove tendenze come quella dei cocktail che riscontriamo ormai in ogni angolo del mondo».
Una denominazione che ha nella potenzialità della filiera il suo punto di forza, «un fattore – aggiunge il vicepresidente Lorenzo Barbero che permette di produrre e commercializzare i nostri vini conquistando in maniera capillare sempre più mercati a livello internazionale, a conferma che la nostra denominazione è apprezzata in tutto il mondo ».