Acqui – Genova, i lavori sulla frana di Mele al via in primavera
Iter autorizzati alle ultime fasi
OVADA – L’allarme per il ritardo registrato dall’avvio del cantiere per il superamento della frana di Mele è stato lanciato dai rappresentati dei pendolari. «I fondi sbloccati dal Pnrr – spiega Alessandra Rapetti, membro del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – devono essere spesi entro il 2026. Sembra una data lontana ma è dietro l’angolo». Di fatto i lavori sarebbero dovuti partire, nella loro fase preliminare, in autunno. L’annuncio arrivò all’interno del vertice sui trasporti andato in scena a Palazzo Delfino nel mese di ottobre. Rete Ferroviaria Italiana fa sapere di essere ancora in attesa di riscontri dal Ministero dei Trasporti. L’iter autorizzativo è dato in dirittura d’arrivo. Nella migliore delle ipotesi il cantiere si aprirà in primavera.
Di fatto è sfumato il cronoprogramma originario che avrebbe consentito di utilizzare l’interruzione estiva della circolazione per sviluppare la parte più ingente dei lavori.
Speranze prolungate
La frana di Mele strozza l’Acqui – Genova all’uscita della galleria del Turchino dal 2001. Con il Pnrr sono stati bloccati 84 milioni di euro per lavori di manutenzione straordinaria della tratta inserita tre le peggiori dieci d’Italia da Legambiente. Il cantiere per la costruzione della galleria destinata a bucare il fronte franoso richiederà l’utilizzo di u terzo dei fondi a disposizione.
All’indomani del vertice sui trasporti andato in scena a Palazzo Delfino il 30 settembre una lettera firmata da Marco Gabusi e Augusto Sartori, all’epoca assessori a Trasporti di Piemonte e Liguria, partì per sollecitare e chiedere spiegazioni. Nel frattempo Sartori è stato sostituito da Marco Scajola. Mancherebbe la fase della valutazione di impatto ambientale.
I pendolari sono consapevoli di come il superamento della frana sia uno dei pochi interventi che possano avere un impatto reale sui tempi di percorrenza piuttosto dilatati. E per questo attendono una fumata bianca.