Diploma in musicoterapia: il primo di sempre è di un acquese
Nicola Barbero, 27enne di Montechiaro. «Una disciplina poco conosciuta in Italia, invece all’estero...»
ACQUI TERME – Un piccolo primato per il territorio dell’Acquese, in particolare per il comune di Montechiaro.
Il giovane violinista Nicola Barbero, montechiarese doc, è il primo laureato d’Italia in musicoterapia. In realtà è un po’ più complicato di così, perché lo scorso 30 ottobre al Conservatorio ‘Vivaldi’ di Alessandria Barbero ha discusso la tesi del Diploma Accademico di II Livello del Biennio ‘Teorie e Tecniche in Musicoterapia”.
Il ‘Vivaldi’ precursore
Il corso di musicoterapia del Conservatorio ‘Vivaldi’ è il primo di questo genere avviato da un’istituzione pubblica a livello nazionale, «quindi sì, posso dire di essere il primo diplomato in Italia di questo particolare corso accademico», afferma Barbero con una nota di comprensibile soddisfazione.
Il 27enne acquese aveva già conseguito il diploma accademico di primo livello in “Didattica della musica: indirizzo musicoterapia”, «dopodiché ho deciso di specializzarmi ulteriormente. Qui da noi è un tipo di disciplina ancora poco conosciuta, ma negli Stati Uniti e nei paesi del nord Europa è già parecchio diffusa e praticata, anche nelle strutture ospedaliere».
L’esperienza a Bari
Prima di discutere la tesi Nicola Barbero ha sostenuto un tirocinio di una settimana al Policlinico di Bari, «uno dei pochissimi ospedali in Italia, a quanto ne so, in cui è presente un musicoterapeuta». ‘La Microanalisi delle sedute di Musicoterapia in Oncoematologia Pediatrica: riflessioni e spunti di crescita personale” è il titolo della tesi, «perché in quella breve ma intensa esperienza ho potuto osservare da vicino la disciplina applicata in un contesto estremamente delicato come può essere un reparto pediatrico». Poco prima dell’anestesia che precede l’intervento, «è questa la fase in cui ho studiato gli effetti delle vibrazioni e dei suoni sui piccoli pazienti. In casi simili la musicoterapia serve a creare le condizioni ideali per alleviare il più possibile gli effetti che i bambini percepiscono in una situazione del genere, ovvero ansia, agitazione e dolore. Affinché ciò accada, però, tra musicoterapeuta e paziente deve crearsi una forte empatia».
«Anche nelle scuole»
Non tutti gli strumenti possono essere adatti alle sedute di musicoterapia. «I più indicati sono i cosiddetti strumenti Orff, ovvero quelli che possono essere maneggiati e utilizzati anche dal paziente, come ad esempio tamburi, sonagli, maracas o xilofoni». Lo strumento a cui Nicola Barbero dà del “tu”, però, è il violino, «che tuttavia risulta un po’ complicato per questo genere di attività».
Dare il proprio contribuito a una maggiore diffusione della musicoterapia tra le strutture sanitarie locali è ciò che il giovane montechiarese si augura per il futuro, «e, perché no, magari anche nelle scuole. Stiamo parlando di un mondo ancora nuovo sotto vari punti di vista, anche se in fase di sviluppo anche qui da noi. Prossimo obiettivo? Specializzarmi sempre di più, perché sono convinto che questa disciplina abbia enormi potenzialità, soprattutto in Italia ancora inespresse».