Terme, sabato 16 si chiude: “Altre due settimane sarebbero servite”
Catani: «Dobbiamo intervenire su alcuni impianti. Numeri? Abbastanza soddisfatti». Intanto Rapetti incontra la Provincia per parlare di concessioni
ACQUI TERME – Gli albergatori avevano chiesto una proroga di almeno un paio di settimane alla chiusura dello stabilimento Nuove Terme. Dalla dirigenza, tuttavia, è arrivata la conferma: il centro curativo di via XX settembre terminerà la stagione sabato 16 novembre, come da programma.
«Abbiamo preso questa decisione per una serie di ragioni, sia tecniche che organizzative», commenta Anna Catani, amministratore unico di Terme di Acqui Spa. «Nelle settimane immediatamente successive al termine delle attività daremo il via a una serie di interventi per migliorare l’efficienza di alcuni impianti, anche in previsione del prossimo anno. Si tratta di lavori in programma già da tempo».
“Abbiamo dovuto dire no a diversi clienti”
Per i gestori delle strutture ricettive le ulteriori due settimane di attività, quantomeno, sarebbero potute servire a soddisfare le richieste dei pazienti “last minute”, «persone del territorio che decidono all’ultimo momento di sottoporsi alle cure termali», commenta Monica Volante, presidente dell’associazione Albergatori Acquese. «Tanti di noi hanno dovuto dire di no a diversi potenziali clienti, perché senza certezze come avremmo potuto fare altrimenti?».
Rispetto al 2023 i trattamenti termali hanno preso il via con un mese di anticipo (il 15 aprile), ma i dati relativi alle prenotazioni, a detta della dirigenza, ricalcherebbero grossomodo quelli registrati dodici mesi fa. «Possiamo dire che i numeri non sono molto dissimili. Considerato il mese in più le prenotazioni dei pazienti si sono leggermente diluite, quindi la media giornaliera è un po’ calata. A ogni modo siamo abbastanza soddisfatti».
Da parte degli albergatori resta la ferma convinzione che un prolungamento della stagione termale possa convenire anche alla stessa azienda. «Storicamente – sottolinea Monica Volante – fino ai primi di dicembre le prenotazioni per le cure sanitarie non sono mai mancate. Per il 2025, quindi, auspichiamo che la chiusura venga fissata a fine novembre e che almeno ci facciano sapere entro fine dicembre-inizio gennaio quando verrà riaperto il Nuove Terme». Per il prossimo anno, quindi, potrebbero esserci modifiche al calendario? «Ora è ancora presto per sbilanciarsi – risponde Anna Catani – ma in linea di massima posso dire che il periodo di apertura di quest’anno sarà comunque garantito».
Il sindaco: “Acqui ha ancora appeal”
Il sindaco Danilo Rapetti si dice soddisfatto per i riscontri che, anche dal punto di vista ricettivo, la città ha saputo raccogliere: «Da quanto mi è stato riferito da settembre in poi la richiesta per l’erogazione dei servizi termali è sensibilmente aumentata rispetto al periodo aprile-giugno. Ciò significa che come stazione termale Acqui conserva ancora un ottimo “appeal”, almeno per quanto riguarda l’aspetto sanitario». Ora testa e agenda al 2025. «A maggio scadrà la prima delle tre concessioni, la “Città di Acqui”, che essendo areale determina il monopolio a vantaggio della famiglia Pater. Come ho già detto è mia intenzione abolirla definitivamente, così da favorire piani di investimenti attuabili in autonomia dalle eventuali imprese interessate».
Le concessioni “Vascone” e “Bollente”, invece, andranno a scadenza nella primavera del 2026. Come già dichiarato dallo stesso Rapetti, il Comune auspica tempi rapidi per le procedure di rinnovo, «così da sapere al più presto chi prenderà in mano le nuove concessioni, o meglio, quale parte di esse sarà assegnata». Per la pubblicazione dei bandi, che spetta alla Provincia, occorre perciò anticipare i tempi. In tal senso proprio nei giorni scorsi si è tenuto un primo incontro preliminare tra il sindaco Rapetti e il presidente Benzi, a cui a breve ne seguirà un altro anche in Regione. «Anticipare i bandi per le concessioni in scadenza nel 2026? È anche nel nostro interesse – dichiara Anna Catani – perché così potremo valutare il da farsi relativamente alle nostre strutture».