“Aborto, è la donna che decide”: un incontro pubblico sulla 194
La Conferenza delle Donne Democratiche e il circolo Raffaello Salvatore organizzano una serata per il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo
ACQUI TERME – Una serata per ricordare e riaffermare il diritto delle donne di decidere del proprio corpo.
Venerdì 15, alle 18, all’hotel La Meridiana è in programma l’incontro “194 Sul corpo delle donne decidono le donne”, organizzato dalla Conferenza delle Donne Democratiche e dal Circolo Pd ”Raffaello Salvatore“.
«Abbiamo scelto di affrontare questo argomento – dicono le organizzatrici – perché, a nostro avviso, si è riaperta la guerra sul corpo delle donne e l’attacco alla 194 è chiaro. Si aprono le porte dei consultori, grazie ai soldi previsti nel Pnrr, ai militanti antiabortisti dei movimenti Pro Vita. Ogni donna che entra in un consultorio o in ospedale potrebbe essere esposta a una consulenza terrorizzante non da parte di medici, specialisti, scienziati, ma da persone senza alcun requisito specifico oltre una “generica esperienza nel sostegno alla maternità”».
Relatrici della conferenza Laura Onofri, presidente di “Se Non Ora Quando?” Torino e Anna Rossomando, vice presidente del Senato, moderate da Maria Grazia Arnaldo.
“Italia fanalino di coda nel tasso abortivo”
Nel 1981 il “Movimento per la vita”, con un Referendum, chiedeva l’abrogazione della 194, ma fu respinto e la legge del 1978 restò com’è. «La legge 194, come risulta con chiarezza dalle annuali relazioni parlamentari, è tra l’altro incontestabile sotto il profilo dei risultati. La piaga degli aborti clandestini è stata stroncata. L’Italia – aggiungono del donne “dem” – è felicissimo fanalino di coda nella classifica del tasso abortivo. E allora perché riaprire una delle poche “questioni etiche” che si sono chiuse ormai da decenni e che al momento assicura soprattutto polemiche interne e sospetti europei?».
«Non potendo abrogare la legge, il timore è che stiano cercando di eroderla e che le conquiste del movimento delle donne siano a rischio. Oggi più che mai abbiamo bisogno di combattere ancora tutte insieme per i nostri diritti, per essere padrone del nostro corpo, differenti dagli uomini ma uguali nei diritti, nel rispetto, nelle opportunità, nella dignità».