Il Pd incalza Rapetti: “Concessioni, basta perdere altro tempo”
Il circolo dei “dem” chiede che lo studio sulle fonti venga affidato alle università. Il sindaco risponde...
ACQUI TERME – Il circolo acquese del Pd replica alle recenti dichiarazioni del sindaco Danilo Rapetti sul rinnovo delle concessioni termali, argomento affrontato alla vigilia delle elezioni provinciali con il neo presidente Luigi Benzi.
«Il Sindaco ha detto di aspettarsi un suo coinvolgimento, se non una delega, da parte del nuovo presidente della Provincia quando si tratterà il tema delle concessioni termali. Ci mancherebbe altro che non fosse così…», commentano i “dem”.
«Perso tempo prezioso»
«Ora, più che altro, bisogna stabilire nell’immediatezza cosa è necessario fare. In un anno e mezzo Rapetti non ha fatto nulla per sbloccare i finanziamenti che la Regione si era impegnata a trasferire alla Provincia e che sono rimasti bloccati per mesi per una grana procedurale». I finanziamenti a cui fa riferimento il circolo ‘Raffaello Salvatore” sono i 160mila euro destinati allo studio idrogeologico dell’areale sotterraneo per la ricerca di nuove fonti oltre a quella già presente (“Città di Acqui”), oggi monopolio della famiglia Pater. Fondi sbloccati nei mesi scorsi con una convenzione tra Regione e Provincia.
«Auspichiamo che tale affidamento sia assegnato alle università – aggiungono i democratici termali – che già in passato hanno predisposto studi in materia sull’areale di Acqui. Le indagini devono essere finalizzate all’individuazione di nuove fonti di acqua termale, peraltro già esistenti (come quella rilevata nell’area ex Borma), garantendo la stabilità delle fonti attuali. La prossima scadenza (2025 e 2026) delle concessioni di acque termali nell’area acquese è uno dei principali snodi attorno ai quali può e deve svilupparsi il rilancio sotto il profilo turistico e sanitario della città e del territorio provinciale».
Il rinnovo delle concessioni minerarie e dei permessi di ricerca, la vigilanza di eventuali interventi e le applicazioni delle sanzioni sono tutte funzioni in capo alla Provincia. Il sindaco Rapetti, tuttavia, ha chiesto a Luigi Benzi determinate garanzie proprio sulla questione termale.
«Stop a “Città di Acqui”»
«Sul tema concessioni non ho certo intenzione di perdere tempo. So bene anch’io che bisogna muoversi in anticipo», risponde il sindaco Rapetti. «L’auspicio del Pd, quindi, è anche il mio. A ogni modo so per certo che la Provincia sta già lavorando al bando con il quale verrà assegnato lo studio delle fonti».
Uno dei punti sui quali Rapetti si dice pronto a dire la sua riguarda la concessione ‘Città di Acqui’, in scadenza a maggio 2025. «Penso che debba essere cancellata, perché è quella che fino a oggi ha dato alla proprietà delle Terme il monopolio su tutto l’acquifero del territorio comunale. La nostra volontà è quella di aprire alla concorrenzialità, così che più realtà abbiano l’opportunità di sfruttare la risorsa idrica presente nel nostro sottosuolo».
Due le altre concessioni al momento esclusiva della famiglia Pater, in scadenza a giugno 2026: ‘Bollente’, che riguarda l’acqua sulfurea della famosa edicola cittadina, e ‘Vascone’, che copre invece la zona degli stabilimenti termali (oggi chiusi) dell’area delle Antiche Terme nel quartiere Bagni.