«Medrio una fogna a cielo aperto. Comune e Amag, fate qualcosa»
Dalle associazioni ambientaliste l’allarme sulle condizioni del rio acquese. Il Comune: «Seguiamo da vicino, ma è una situazione di non facile risoluzione»
ACQUI TERME – «Il rio Medrio è gravemente inquinato. Non si può continuare a ignorare il problema: il Comune e Amag devono fare qualcosa». È il preoccupato appello che giunge alla città di Acqui da Legambiente Ovadese e Valli Orba e Stura e dai membri dell’associazione ‘Per la rinascita della Valle Bormida’.
«Ad aprile del 2023 – si legge nel comunicato – associazioni e cittadini hanno inviato agli amministratori e ad Amag una documentata segnalazione sul grave stato di inquinamento del Medrio. I sopralluoghi sono stati effettuati lungo tutto il corso del rio, da via Nizza alla foce e lungo il canale scolmatore». I dati emersi dalle verifiche fatte da Arpa nel 2021, in effetti, non lasciavano spazio a dubbi: alla foce del Medrio era stato accertato un valore di Escherichia Coli di 4.400.000 Ufc/100 ml. Livelli di criticità elevatissimi, ai quali si sarebbe giunti «per anni di mancate manutenzioni e controlli».
«In estate spesso miasmi»
Al termine delle ispezioni, la delegazione di Legambiente e l’associazione ‘Per la rinascita della Valle Bormida’ avevano segnalato al Comune anche la presenza di scarichi non collegati alle condotte fognarie. «Da un ulteriore recente sopralluogo – fanno sapere – abbiamo potuto appurare che, dopo un primo intervento da parte di Amag per la manutenzione sulle fognature principali, nulla è stato fatto per risolvere il problema degli scarichi non collegati». Ma non finisce qui. Ci sarebbe, infatti, anche un’altra criticità che riguarderebbe la tenuta stessa dei condotti fognari «che in alcuni punti lasciano filtrare percolato».
Da tempo chi abita nei pressi del corso d’acqua, in particolare d’estate, segnala la percezione di esalazioni malsane. «Una città che ha ambizioni turistiche e che si fregia del prestigioso premio “Acqui Ambiente” non può più accettare che il Medrio continui a essere una fogna a cielo aperto», scrivono gli ambientalisti. Che ora avanzano precise richieste al Comune e ad Amag: il censimento e il collegamento alle condotte fognarie degli scarichi che a oggi si riversano direttamente nel rio; l’eliminazione delle perdite nei due condotti fognari; l’asportazione della vegetazione ai lati nel tratto scoperto e una serie di interventi per le criticità di alcuni grandi scarichi».
«Dopo le pulizie Ufc più basso»
«Parliamo di una situazione che si protrae da almeno 15-20 anni», spiega Mario Pasqualino, assessore comunale con delega all’Ecologia. «Per quanto possibile dal 2022 a oggi abbiamo portato a termine gli interventi che erano di competenza nostra o di Amag. Dopo la pulizia su caditoie e vegetazione posso dire che i livelli di Escherichia Coli si sono abbassati a 700 Ufc/100 ml» Un miglioramento non ancora sufficiente ma comunque significativo.
«Allo stato attuale, tuttavia, è molto complicato realizzare un censimento degli scarichi condominiali non collegati alla rete. Sono problematiche – continua l’assessore – che seguiamo molto da vicino ma che purtroppo non si possono risolvere in tempi brevi. A ogni modo ritengo molto positivo che Legambiente e l’associazione ‘Per la rinascita della Val Bormida’ si occupino di questa faccenda. In questo modo il Comune stesso può avere un alleato in più per sollecitare gli enti preposti nel trovare una soluzione a quello che è un problema reale».