De Lorenzi, Roso e Trentini: “Bando mense? Gestione incomprensibile”
La gara per il servizio di refezione scolastica è andata deserta. Gestione temporanea a Cirfood fino al 31 dicembre. Le opposizioni: "Comportamento intollerabile"
ACQUI TERME – «È stato detto con toni trionfalistici che una nuova mensa potrebbe sorgere a San Defendente, ma se tutto va bene con la gara d’appalto la nuova struttura sarà operativa non prima dell’anno scolastico ’26 -’27. Si è taciuto, però, sul servizio di refezione scolastica dell’anno che sta per cominciare. Come se i cittadini fossero bambini a cui certe cose non vanno dette».
È quanto affermato in una nota congiunta dai tre capigruppo di opposizione a Palazzo Levi, Carlo De Lorenzi (Pd), Elena Trentini (La Nostra Acqui) e Franca Roso (Forza Italia), in merito al servizio mensa nelle scuole acquesi per l’anno scolastico 2024/2025. Una presa di posizione maturata dopo l’incontro in Commissione consiliare Pubblica Istruzione e Lavori pubblici convocata su richiesta del consigliere De Lorenzi a seguito dell’esito del bando di gara scaduto il 12 agosto, per il quale non è pervenuta alcuna offerta.
Affidamento temporaneo
Come soluzione provvisoria il Comune ha deciso di affidare il servizio di mensa scolastica alla società genovese Cirfood fino al 31 dicembre 2024. Il quadro economico è di circa 140mila euro, inferiore, quindi, ai 150mila euro richiesti per l’apertura di una gara pubblica. Per i quattro mesi di durata dell’appalto è previsto un totale di 22.220 pasti. I pasti giornalieri non saranno preparati nelle cucine comunali – «per alcune criticità, quali la presenza di attrezzature non più utilizzabili e obsolete, che renderebbero troppo difficoltosa una gestione diretta per un periodo contrattuale di breve durata», si legge nella determina – ma nel nuovo centro di cottura Cirfood di Alessandria.
Si spera che questo sia solo un “cerotto” temporaneo. Il Comune, infatti, deve ora preparare un nuovo bando di gara per commissionare il servizio di refezione a lungo termine.
“Il bando andava pubblicato a maggio”
Per la minoranza si tratta di un epilogo che si sarebbe potuto evitare, se solo si fosse agito più tempestivamente. «Il primo bando, non andato a buon fine, è stato programmato con tempistiche incomprensibili. La gara, che riguardava tra gli 80.000 e i 100.000 pasti annui, è stata pubblicizzata l’11 luglio e chiusa il 12 agosto. Il buon senso tanto vantato dai vertici politici quale principio ispiratore dell’azione amministrativa, non avrebbe forse imposto di predisporre il bando quantomeno a maggio, appunto per evitare simili frangenti?».
Per De Lorenzi, Roso e Trentini l’esito deludente della gara d’appalto sarebbe da ricondurre «anche alla mancanza di una ferma guida politica, che invece bada molto alle apparenze e poco alla sostanza. Al di là dei diversi orientamenti politici riteniamo intollerabile un comportamento simile da parte dell’amministrazione in una materia così importante come sono i servizi scolastici».