Acqui – Genova, l’estate difficile e la battaglia per l’autunno
Tra ordini del giorno e vertici tecnici
OVADA – Si sviluppa su un doppio binario la battaglia che i comuni di basso Piemonte e Valle Stura vogliono sviluppare per restituire dignità al servizio offerto sull’Acqui – Genova. L’estate più difficile dei viaggiatori si concluderà idealmente l’8 settembre con il ritorno alla circolazione completa con il treno. Nel frattempo si saranno conclusi i lavori di manutenzione straordinaria sviluppati per il secondo anno consecutivo con i fondi messi a disposizione dal Pnrr. I contorni dei prossimi mesi saranno definiti nell’incontro già in calendario a Ovada per la ripresa dell’attività. Ma nel frattempo le linee guida sono state messe nero su bianco nell’Ordine del giorno che tutti i comuni del territorio coinvolto hanno approvato in queste settimane: in particolare Ovada, Acqui e Rossiglione, tre ideali centri zona.
Nel frattempo è stato cercato sostegno presso la Regione Piemonte, ente che non ha la competenza sulla linea ma idealmente chiamato a tutelare i diritti di una gran parte dei cittadini che tutti i giorni si recano in stazione per poi raggiungere la Liguria. E proprio il ruolo della Liguria in queste settimane è stato più sfumato in attesa di capire quale scenario si determinerà con le elezioni anticipate per il rinnovo della Giunta.
Scenario complesso
Sull’Acqui – Genova i tempi di percorrenza sono cresciuti di anno in anno. “Non possiamo – ha chiarito in un recente consiglio comunale il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi – avere infrastrutture che risalgono all’epoca di Saracco”. L’Ordine del giorno sostiene il dialogo sui tavoli convocati per analizzare le problematiche del trasporto. Nel mese di luglio è partita da Palazzo Delfino una lettera inviata all’Agenzia per la Mobilità Piemonte, chiamata a fare la sua parte in questa complicata situazione.
Il documento richiama al “dovuto riguardo per il territorio” e alla necessità di investimenti. Sullo sfondo la polemica recente tra vertici delle Ferrovie e Comitato Valli Stura e Orba molto critico sulle scelte effettuate per impiegare i fondi sbloccati dal Pnrr. “Ad oggi – ha chiarito in più occasioni il presidente dell’associazione, Fabio Ottonello – non abbiamo evidenza di un miglioramento previsto sul fronte dei tempi di percorrenza”.
L’Ordine del giorno evoca anche la possibilità di “iniziative in sede giurisdizionale” in caso di mancata tutela dei diritti dei cittadini.