La Rsa ‘Ottolenghi’ in gestione alla cooperativa ‘Il Gabbiano’
Il 26 giugno è stato istituito l’accordo con il quale la cooperativa sociale alessandrina si assume l’impegno di gestire la struttura per i prossimi 30 anni
ACQUI TERME – Un’operazione che Barbara Gandolfo, presidente della Fondazione Casa di Riposo ‘Jona Ottolenghi’ di Acqui Terme, senza mezzi termini definisce epocale.
In effetti è così, perché stiamo parlando di un “passaggio di consegne” che di fatto garantirà alla Rsa acquese – fondata nel 1898 su volontà di Re Umberto I – un futuro che altrimenti sarebbe stato a dir poco incerto.
Un nuovo accordo
Il 26 giugno è stato istituito l’accordo con il quale la cooperativa sociale ‘Il Gabbiano’ di Alessandria si assume l’impegno di gestire la struttura per i prossimi 30 anni.
«Abbiamo portato a termine ciò che ci eravamo prefissati», spiega Gandolfo. «Il nostro unico obiettivo è sempre stato quello di mettere al sicuro la casa di riposo, sia per quanto riguarda la cura dei nostri pazienti che per la tutela dei posti di lavoro». Un risultato a cui la Fondazione ‘Ottolenghi’ è giunta dopo due lunghi e intensi anni di “approcci” con varie realtà imprenditoriali poi non andati a buon fine. «Soprattutto dopo la pandemia si sono generate necessità economiche che noi come fondazione non avremmo potuto sostenere. Ci siamo quindi prodigati – dice la presidente Gandolfo – per ricercare un investitore serio e professionale, trovato dopo un lungo periodo di lavoro caratterizzato da un investimento di tempo, energie e risorse mentali totalizzanti».
Lo scorso inverno i primi contatti con Corrado Parise, presidente della cooperativa ‘Il Gabbiano’, «dopodiché abbiamo portato avanti una serie di interlocuzioni che hanno dato i frutti sperati, con la firma dell’accordo a fine giugno».
Tra i primi interventi che i nuovi gestori dovranno affrontare, la riqualificazione delle stanze, dei locali e l’acquisto di nuove strumentazioni, «anche al fine di ampliare il numero di posti letto convenzionati». Al momento la Casa di Riposo ‘Jona Ottolenghi’ conta 59 posti tra ospiti autosufficienti e non, a oggi interamente occupati «e addirittura con vari nominativi in lista d’attesa».
Cda operativo fino a fine 2026
Il Cda rimarrà in carica fino alla fine del 2026 per occuparsi della custodia e della promozione del patrimonio storico, artistico e culturale che la Fondazione vanta da sempre. «Un ringraziamento speciale – aggiunge Barbara Gandolfo – va al nostro direttore Tommaso Vullo, che in questi anni ha fatto un lavoro straordinario gestendo con grande professionalità una situazione molto delicata e difficile. Dico anche grazie al sindaco Rapetti per la fiducia da lui ricevuta e all’ex assessore regionale Protopapa per il prezioso supporto nel passaggio da Ipab a Fondazione ». Infine, un doveroso e commosso ricordo al professor Mario Piroddi, storico direttore del settimanale L’Ancora nonché membro del Cda, «che fino all’ultimo ha avuto a cuore le sorti della struttura».