Terme Militari: c’è l’interesse di South Marine Real Estate
Incontro tra il sindaco e i legali del gruppo elvetico nella sede di Act Consumatori. Intanto il sindaco conferma: "Irricevibile la proposta di Terme di Acqui per concessione decennale"
ACQUI TERME – Qualcosa bolle in pentola per quanto riguarda il futuro delle ex Terme Militari dei Bagni? Per ora è opportuno evitare eccessivi entusiasmi, ma sta di fatto che, quantomeno, un gruppo imprenditoriale si sta dimostrando interessato al loro rilancio.
L’interesse degli svizzeri
La scorsa settimana nella sede di Act Consumatori il presidente Massimo Antonucci e il sindaco di Acqui Danilo Rapetti hanno avuto un incontro informale con i legali rappresentanti della South Marine Real Estate, la cordata di imprenditori svizzeri che nel 2016 fu molto vicina all’acquisto di tutto il pacchetto termale. A detta dello stesso Rapetti, dal colloquio sarebbe emerso l’interesse della società elvetica per possibili investimenti sugli stabilimenti da tempo in stato di abbandono.
«È importante – dichiara Antonucci, presidente di Act Consumatori – che i soggetti pubblici e privati interessati alle Terme trovino sedi ed occasioni di confronto positive e propositive. Le nostre porte sono aperte a chiunque abbia a cuore la ripartenza del termalismo acquese».
«Ho chiesto ai legali di South Marine Real Estate – spiega il sindaco Rapetti – se ci fosse qualche margine di interesse a investire nelle Terme o in altri stabilimenti. Ad esempio le Terme Militari, oggi proprietà dell’amministrazione». La risposta della controparte è stata affermativa. «A oggi, quindi, possiamo dire che c’è un soggetto imprenditoriale intenzionato ad affacciarsi sulla scena acquese. Certo, tutto da stabilire in che modo e in che tempi».
“Concessioni per altri 10 anni? Impossibile”
Per ciò che riguarda le concessioni sulle acque termali, invece, nei giorni scorsi il sindaco di Acqui ha confermato quanto già reso pubblico proprio da Act Consumatori. Terme di Acqui Spa avrebbe chiesto al Comune una sorta di deroga per ulteriori 10 anni rispetto alle scadenze del 2025 e del 2026.
«Una proposta che personalmente ho definito irricevibile», afferma Danilo Rapetti. «Irricevibile per due motivi: il primo perché tale richiesta avrebbe dovuto essere indirizzata alla Regione, semmai, a cui nel caso specifico spetterebbe il potere decisionale. Il secondo motivo è che, se anche avessimo potuto decidere noi, come avremmo mai potuto soddisfare tale pretesa a fronte della totale assenza degli investimenti che da tempo chiediamo alla proprietà?».