Acqui – Genova, navette insufficienti: alcuni viaggiatori a piedi
Tra problemi e disagi di ogni tipo
OVADA – Primi giorni complessi, com’era lecito attendersi, sull’Acqui – Genova. In questi giorni la limitazione introdotta per i lavori finanziati dal Pnrr prevede il transito dei bus da Acqui a Campo Ligure, il successivo trasbordo in treno fino al capolinea. Il monitoraggio messo in piedi dal Comitato Trasporti Valli Stura e Orba ha già registrato i primi problemi. Il più recente questa mattina: la navetta diretta da Rossiglione a Campo Ligure ha lasciato a piedi cinque viaggiatori perché i posti previsti erano insufficienti. Gli utenti sarebbero saliti sul treno che in condizioni normali parte da Ovada alle 5.30. Ad oggi l’orario indicato per salire sul bus è alle 5.14. Che la situazione sarebbe stata difficile lo si poteva intuire già al momento della presentazione delle misure ideate per alleviare i disagi e in considerazione dell’esperienza maturata negli anni scorsi.
Nel frattempo Ovada restituisce la fotografia di quanto sta accadendo: un numero di viaggiatori sensibilmente inferiore alle abitudini, tra i volti più rassegnazione che rabbia per l’ennesimo disagio da affrontare.
Momento complesso
Di Acqui – Genova si discuterà anche nel vertice del 16 luglio alle 16.30. Per molti viaggiatori un rito stanco e considerato inutile a fronte di decisioni sempre molto penalizzanti. Di fatto però sarà necessario capire cosa succederà nel periodo più complesso, tra il 20 luglio e il 4 agosto in cui i treni saranno stoppati su tutta la linea. La stessa situazione è stata vissuta nell’ultimo fine settimana e si ripeterà nel prossimo. Un’abitudine. “Per ora – spiegano dal Comitato – registriamo una media di 20-30 minuti di allungamento nei tempi di percorrenza rispetto a quanto succede nei tempi normali”.
La stessa Trenitalia si riserva di fornire ulteriori informazioni. Ma la sensazione è che le vacche siano già scappate dalla stalla. “Molti utenti – chiariscono dal Comitato – non hanno acquistato l’abbonamento mensile perchè non sapevano se i collegamenti sarebbero stati utili alle loro esigenze lavorative”.