Cavatappi, che passione! Rino ha anche quello di Napoleone
L’acquese Rino Sauta ne possiede oltre 3mila «Vorrei aprire un vero museo. Cash or Trash? Una bella esperienza»
ACQUI TERME – Una passione maturata poco per volta, ma che oggi fa dell’acquese Rino Sauta uno dei cinquanta più importanti collezionisti di tutto il mondo.
Il tipo di oggetto di cui Rino vanta più di 3mila e 500 esemplari è senza dubbio particolare, di quelli che sanno unire la mera praticità al design di finissima fattura.
«In tv quello di Volstead»
«I primi cavatappi da collezione me li regalò mio nonno più di trent’anni fa. All’epoca – racconta – avevo poco interesse per questo tipo di oggetti. Iniziando a viaggiare all’estero, però, ho cominciato ad acquistarne sempre di più e sempre più caratteristici. Insomma, non mi sono più fermato».
Un interesse sfociato quasi nella devozione, che ha portato Rino ad apparire anche in tv in veste di “venditore” nel noto programma ‘Cash or Trash’ (nella foto sotto Sauta in compagnia del conduttore Paolo Conticini), in onda su Nove. «Mi hanno contattato ad aprile, incuriositi dal video sulle mia collezione che ho postato sulla pagina Facebook della trasmissione. Ho portato tre doppioni: uno di questi è un cavatappi che riproduce le sembianze del senatore Andrew Volstead, quello che promosse la legge sul proibizionismo». Per l’intero lotto la valutazione dell’esperto Alessandro Rosa è stata di 280 euro, «e nell’asta fra i mercanti i tre modelli sono stati venduti a 240 euro. Ho accettato perché grossomodo è la cifra a cui avevo pensato».
«Ho anche il primo brevettato»
Rino Sauta è membro dell’Icca, l’associazione mondiale dei collezionisti di cavatappi. Tra i pezzi più pregiati della sconfinata raccolta, con tanto di attestazione da parte del museo napoleonico di Roma, uno dei cavatappi appartenuti alla casa imperiale del leggendario generale francese. «Quanto vale? Preferisco non dirlo… (sorride, ndr)». L’ossessione degli appassionati del genere, a ogni modo, può spingersi fino a cifre davvero importanti. «Il pezzo più costoso mai acquistato al mondo? Un cavatappi del 1831 realizzato con il materiale di recupero del vecchio London Bridge, battuto all’asta per 75mila euro».
Tra le “chicche” degli oltre 3.500 apribottiglie di Sauta anche il primo a cui nel 1795 fu assegnato un brevetto ufficiale, appartenuto al reverendo inglese Samuel Henshall. Quello più antico in assoluto, invece, un utensile di “estrazione” militare del tardo Seicento.
Un sogno da realizzare
Il sogno di Rino Sauta? Riuscire ad aprire un vero e proprio museo dei cavatappi. «Posso dire che si tratterebbe di un’esposizione davvero unica nel suo genere. A Barolo esiste già un museo di questo tipo, ma parliamo di circa 600 esemplari». Da tempo il collezionista acquese, che è anche sommelier Fisar, è in cerca di enti o imprese vitivinicole disposti a sostenere il suo progetto. «Sarebbe bello riuscire ad aprire un museo del cavatappi all’interno di una cantina o di una struttura dedicata al mondo del vino. Il mio, quindi, vuole essere anche un appello a chiunque fosse interessato ad appoggiare la mia idea. In caso contrario, proverò comunque a realizzare questo sogno in forma privata. Vedremo…».