Centrale del Latte: “Incontestabili i bilanci in rosso e i bandi deserti”
Il Comune rilascia una nota dopo la scelta del Cda di portare i libri in Tribunale: "L'azienda presenta conti in perdita da cinque anni: una condizione generale di difficoltà da cui non è riuscita ad uscire"
ALESSANDRIA – Il Cda della Centrale del Latte ha sancito l’impossibilità di andare avanti, di trovare una soluzione ad una crisi che si protrae da molto tempo. Da qui la scelta di portare i libri in Tribunale.
Centrale del Latte, da anni in sofferenza
Alla notizia della messa in liquidazione di una realtà che, dal 1953 a oggi, è stata una dei fiori all’occhiello del territorio, il Comune di Alessandria ha rilasciato una nota nella quale spiega che Palazzo Rosso “ha avuto attenzione e fiducia per il territorio e continuerà ad essere disponibile” ma che “bilanci in perdita da 5 anni e bandi deserti sono fatti incontestabili“.
La nota del Comune
“Centrale del Latte – si legge nella nota del Comune di Alessandria – presenta bilanci in perdita da cinque anni e una condizione generale di difficoltà da cui non è riuscita ad uscire. Non sono arrivati consistenti aiuti dei soci (peraltro vietati nel caso di soci pubblici come i Comuni) e nemmeno sostegni esterni di finanza e idee finalizzati al rilancio dell’azienda”.
“Il Comune di Alessandria – prosegue il comunicato – ha fatto tutto il possibile e anche di più: forse troppo per certi versi, inseguendo il sogno di un’azienda ancorata al territorio e controllata dai soci locali che non ha retto alla prova dei fatti. Leggiamo speculazioni ancora una volta all’insegna della becera polemica, che si fa fatica pure a definire “politica”, che dimenticano quanto fatto dal Comune per trovare professionalità adeguate (bando per cda andato deserto) e soci interessati ad entrare (cessione di quote, deserte anche queste) ma che, soprattutto, dimenticano le decisioni a più riprese determinate all’unanimità dal Consiglio comunale e più in generale dalla politica alessandrina, tra il 2016 e il 2019, quando si scelse, modificando le determinazioni della Legge Madia, di mantenere un approccio locale. Questi sono i fatti e coinvolgono più amministrazioni”.
“Si è fatta la scelta giusta? I fatti dicono di no – spiega Palazzo Rosso – Le intenzioni erano nobili? Sì, ma i mezzi scelti non hanno raggiunto il fine stabilito. Altro aspetto non secondario in questa storia: il Comune aveva e ha avuto anche nell’ultimo periodo una percentuale di controllo minima, senza possibilità di incidere in modo significativo. Per completare la cronaca, quella corretta s’intende, occorre ricordare che nel 2023 in Assemblea soci il Comune di Alessandria, per provare a invertire la rotta, ha dato fiducia al blocco degli operatori e soci alessandrini e li ha supportati in tutto. Non è andata bene ma tutto si può dire, se si è in buona fede, tranne che il Comune di Alessandria non abbia avuto attenzione e fiducia per il territorio“.
“Ancora una volta – chiosa la nota – siamo qui a chiedere alla politica alessandrina onestà intellettuale e lucidità nelle valutazioni. Il Comune di Alessandria rimane a totale disposizione come punto di riferimento per eventuali investitori interessati a recuperare il valore, le capacità delle dipendenti e dei dipendenti, la conoscenza, la storia e gli impianti della Centrale del Latte”.