Pd su Avim: “Il Comune rischia una causa”. Rapetti: “Noi sereni”
"Sull'albo pretorio un preventivo di 74mila euro per la nomina di un legale". Il sindaco: "È vero, ma stiamo dialogando per una soluzione valida per entrambi"
ACQUI TERME – Il circolo del Pd di Acqui Terme, tramite il consigliere d’opposizione Carlo De Lorenzi, chiede lumi all’amministrazione comunale in merito a una questione che in città fa discutere da ormai una decina di anni.
Nei giorni scorsi, infatti, il Comune ha ratificato la nomina di un legale per difendersi da una richiesta di risarcimento danni proveniente dal curatore del fallimento Avim, società costituita nel 2008 proprio dall’allora (e attuale) primo cittadino Danilo Rapetti per la valorizzazione degli immobili comunali e “per la realizzazione di una o più operazioni di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio”.
“Si dia spiegazione ai cittadini”
“Sull’albo pretorio – osservano dal circolo ‘Raffaello Salvatore’ – leggiamo che l’avvocato in questione ha presentato il suo preventivo (valido nel caso si vada fino in fondo senza accordi intermedi). Si tratta di 74 mila euro, IVA inclusa. Dato che i preventivi si calcolano sul valore della pratica, si può dedurre che la richiesta del curatore nei confronti del Comune sia intorno ai 4 milioni di euro. C’è la possibilità, quindi, che qualcuno faccia causa al Comune di Acqui per ottenere un risarcimento», aggiungono dal Pd termale, «e se davvero si andasse in causa e fino in fondo il costo del nostro legale sarebbe appunto di 74 mila Euro. Capiamo che la questione è delicata e supponiamo ci siano in corso trattative. Ma qualcuno della Giunta può spiegare qualcosa ai cittadini?”.
“Sono in corso colloqui”
Interpellato, il sindaco Danilo Rapetti conferma che «ci sono effettivamente atti che riguardano il fallimento di Avim per i quali abbiamo nominato un avvocato di fiducia. Fallimento, ricordo, che venne chiesto dalla precedente amministrazione. Ricordo ancora che nel 2012, ovvero quando terminò il mio secondo mandato, Avim era in utile e stava procedendo con alcune vendite. Tra queste, ad esempio, alcuni alloggi dell’ex Tribunale». La società venne poi messa in liquidazione nel 2014.
Nel 2020, quindi, la Corte dei Conti invia un sollecito con cui si chiede alla Giunta Lucchini di risolvere in qualche mondo la situazione. A fine anno l’assemblea dei soci (ovvero il Comune) decreta il fallimento della società. «Oggi ci troviamo costretti a gestire questo tipo di situazione», continua il sindaco di Acqui. «Ci sono valutazioni fatte dal curatore fallimentare che, per ragioni d’ufficio, sono ancora riservate. Posso dire, però, che sono in corso colloqui per addivenire a una soluzione che sia di reciproca soddisfazione, sia per la curatela che per la città di Acqui. Da questo punto di vista sono abbastanza ottimista».