Rixi: “Terzo Valico operativo al 75% nel 2026”
Presentato il rapporto sullo stato delle infrastrutture piemontesi nel corso dell’evento “Infrastrutture e logistica. Il nord ovest nel contesto europeo”
ALESSANDRIA – Il casello autostradale di Predosa, il ponte sulla Bormida, le linee ferroviarie Acqui-Ovada-Genova e Casale-Mortara, ma anche la tangenziale di Novi. E naturalmente lo smistamento ferroviario di Alessandria e il Terzo Valico Genova-Milano (via Tortona).
Durante i lavori per la presentazione del rapporto Oti Piemonte 2024 (Osservatorio Territoriale Infrastrutture) realizzato con la collaborazione della Fondazione Slala, è emersa informalmente ‘l’agenda Alessandria’, l’elenco dei cantieri fatti, da fare e che dovranno essere realizzati per modernizzare questo pezzo di Piemonte, regione sempre più al centro dell’Europa per i traffici commerciali, come ribadito a più riprese dal presidente Confindustria Piemonte Marco Gay e dal viceministro alle infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi, presente a Palazzo Monferrato. Quest’ultimo ha confermato che il Terzo Valico sarà transitabile nel 2026, al 75% della sua capacità. Per poi essere completato negli anni successivi.
L’Osservatorio di Confindustria Piemonte monitora lo stato di avanzamento dei lavori e delle grandi opere utilizzando un intuitivo giudizio ‘a semaforo’: tre colori per spiegare a che punto sono i cantieri. Crescono di numero le opere pubbliche in linea con il cronoprogramma – da 23 a 30 – ma quelle cantierate sono ancora 27 su 69, troppo poche per far ammettere agli industriali piemontesi riuniti insieme ai protagonisti delle istituzioni regionali (Alberto Cirio era in collegamento dal Vinitaly) di essere ottimisti e soddisfatti, alla luce anche dei problemi con i valichi di frontiera bloccati (Frejus, Monte Bianco) che preoccupano non poco i manager dell’export made in Italy.
“La ricchezza viene dal mare”, sintetizza il presidente della Fondazione Slala, Cesare Rossini, per dire di guardare a Vado e Genova per cercare nuove opportunità di sviluppo: “Nel 2017 quando mi sono insediato vedevo campanilismi, resistenze e rivalità dei vari territori: dobbiamo ragionare per area vasta ed essere tutti uniti per far crescere i porti liguri attraverso lo smistamento delle merci. Servono infrastrutture, però”.