Legambiente:
Ipotesi di deposito e messa in sicurezza delle scorie radioattive
Società
Marcello Feola  
1 Aprile 2024
ore
19:11 Logo Newsguard
La discussione

Legambiente: “Deposito di scorie, serve una scelta trasparente”

L'associazione sarà alla manifestazione di sabato ad Alessandria. E motiva la sua presa di posizione

ALESSANDRIA – Legambiente dell’Ovadese-Alessandrino e Legambiente del Vercellese saranno presenti alla manifestazione sul deposito nucleare prevista ad Alessandria sabato 6 aprile.

“Il luogo ideale dove ospitare il nucleare, si tratti del deposito o di nuove centrali, non esiste – si legge in una nota -. E tantomeno può esistere in un territorio fragile e densamente popolato come l’Italia. Da sempre ripetiamo che l’unica energia nucleare pulita che ci piace è quella che arriva dal sole. Questo, però, non significa che non si debba risolvere il problema dell’eredità lasciataci purtroppo dal nucleare pregresso, scelta che gli italiani hanno corretto ed annullato con ben due referendum”.

Secondo l’associazione ambientalista, “è proprio l’esperienza vissuta nei decenni passati che porta a pretendere che il sito per il futuro deposito unico nazionale venga scelto con oculatezza, oggettività e trasparenza. E nel pieno rispetto dei criteri di esclusione e di approfondimento, geografici e fisici prefissati dal D.Lgs. 31 del 15 febbraio 2010 e dalle Guide Tecniche 29, 30 e 32 di Ispra-Isin, validati a livello internazionale”.

Legambiente, posizione chiara

“Pensare alle generazioni future porta a pretendere che gli attuali siti nucleari a rischio vengano liberati con urgenza. E che per fare questo si individui al più presto un unico sito per la conservazione in maggiore sicurezza dei rifiuti radioattivi a bassa, bassissima e media attività. Fino al loro smaltimento definitivo. È l’unico modo per garantire l’adeguato trattamento e smaltimento dell’eredità del passato. E per conferire al meglio i rifiuti che ancora vengono prodotti dal comparto medico-sanitario e da quello industriale, chiudendo così definitivamente la triste storia del nucleare italiano”.

Siti alessandrini e problemi

“Per tutto questo – si legge ancora – saremo con i cittadini, i comitati e gli amministratori del territorio a sottolineare ciò che abbiamo già scritto tre anni fa nelle nostre osservazioni alla Cnapi. E cioè che, riassumendo:

  • in AL-3, AL-8, AL-14, secondo la Carta della soggiacenza della falda superficiale e della piezometria (Pta Regione Piemonte, 2007) la minima soggiacenza delle falde varia tra 0 e 10 metri. Considerando che le fondazioni previste per il deposito arrivano a una profondità di 10.85 metri, si potrebbero verificare fenomeni di interferenza tra falda e fondazioni. Altri fattori sono la vulnerabilità e la escursione della falda.
  • in AL-1, AL-3, AL-8, AL-13 si nota la presenza di aree di ricarica di acquiferi profondi come definita dall’art. 24 c. 4 del Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte.
  • rilevata nei siti AL-1, AL-8 e AL-14 la presenza di due faglie (un asse di sinclinale sepolta e la faglia di Quargnento), come riportato dalla Carta Geologica d’Italia 1: 100.000 dell’I.G.M. Foglio 70. E da uno studio dell’Università di Insubria”.

“Pur essendo sempre stati contrari alla realizzazione delle centrali nucleari – conclude Legambiente – se questa scelta sarà trasparente e deriverà da un percorso partecipato, rigoroso e attento, in qualsiasi parte d’Italia cada saremo i primi a sostenerla. E a spiegarne la necessità e l’urgenza ai cittadini”.

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