Studente ‘no biglietto’ ai pendolari Acqui-Genova: “Fatevi sentire!”
Matteo P, 17enne di Casale, aveva avviato una petizione in segno di protesta contro i ritardi del treno per Alessandria. Ora solidarizza con i pendolari della tratta
CASALE MONFERRATO – Nei mesi scorsi era balzato agli onori delle cronache locali per aver avviato una petizione con la quale invitava i pendolari della tratta ferroviaria Casale-Alessandria a non mostrare più il biglietto ai controllori in segno di protesta.
A causa dei pesanti ritardi accumulati dal treno su cui sale ogni mattina Matteo P., 17enne di Casale, tante sono state le volte in cui la sua mattinata scolastica ha avuto inizio ben oltre il suono della prima campanella.
Venuto a conoscenza dell’esclusione da parte della Regione Liguria della tratta Acqui-Genova per il piano di potenziamento del servizio varato per le direttive Genova-Milano, Genova – La Spezia, Genova- Savona e Savona – Ventimiglia, ora Matteo solidarizza e lancia un appello ai tanti pendolari che da anni devono fare i conti con un servizio al limite dell’indecenza.
Il messaggio di Matteo
Triste che nel 2024, in un paese “civile” ed “evoluto” come l’Italia, il treno pulito, in orario ed economico resti un miraggio: la qualità del servizio cala ma il suo costo aumenta, ogni anno sempre di più – infatti, dal 1 luglio 2024, fonte comunicato AMP, i prezzi dei biglietti aumenteranno del 3.6%.
Mi sento in dovere di esprimere la mia massima e sincera solidarietà nei confronti dei pendolari della Acqui – Genova, alcuni dei quali, come me, frequentano il Liceo Eco. Da pendolare a pendolare, vi dico: non abbassate la testa e fatevi sentire perché le vostre istanze sono giuste e giustificate. Il diritto al trasporto pubblico è sancito dall’articolo 28 della legge 118/1971. Da allora, sono passati ben 53 anni: si recuperi il ritardo accumulato e chi di dovere batta un colpo!».