Dal Comune appello all’Asl su cardiologi, Cup e sanità termale
"È vero, ci sono varie criticità da migliorare, ma nessun allarmismo. Il 'Galliano' offre anche prestazioni di eccellenza"
ACQUI TERME – Il sindaco Danilo Rapetti e il consigliere Nicola De Angelis, presidente della Commissione Sanità, e il consigliere Fabrizio Baldizzone fanno appello all’Asl e alla Regione per chiedere maggiori garanzie per l’ospedale ‘Galliano’ e, più in generale, per la sanità locale. Tre, secondo l’amministrazione, i nodi principali che al momento riguardano l’ospedale di Acqui.
“Cardiologi con orario ‘h12′”
«In primis, chiediamo per il nostro ospedale un cardiologo con disponibilità se non ‘h24’ almeno ‘h12’. Il fatto che da metà pomeriggio i cardiologi non siano più fisicamente in struttura è certamente un aspetto da migliorare». In vista, tra l’altro, c’è anche il pensionamento delle due dottoresse attualmente in organico al nosocomio acquese, «che in questi anni hanno avuto un ruolo fondamentale», sottolinea Rapetti. «Al momento del pensionamento non basterà, quindi, provvedere soltanto alla loro sostituzione, ma occorrerà integrare il personale con unità esterne, cardiologi in attività libero-professionale oppure ancora con l’impiego dei cosiddetti “gettonisti”. Sistema, quest’ultimo, che in prospettiva andrà migliorato ma che allo stato attuale va mantenuto per questioni di semplice necessità».
“Estensione degli orari del Cup del Distretto”
Da rivedere, poi, anche la rete Cup, «un problema che certamente riguarda tutta la Regione. Ad Acqui, però, al Distretto Sanitario di via Alessandria abbiamo una diramazione del Cup con un operatore a disposizione dei cittadini dalle 7.30 alle 12.30. Un servizio forse poco conosciuto dagli stessi cittadini. Sarebbe opportuno estendere gli orari di apertura al pubblico, anche per far sentire i pazienti meno spaesati all’interno di un sistema in cui spesso si viene dirottati verso centri ospedalieri parecchio lontani, e con le tempistiche che conosciamo».
“Il termalismo in città nasce come termalismo sanitario”
Terzo punto, la sanità termale. «Sappiamo che l’Asl è in fase di raccolta dei dati per andare poi a proporre una soluzione strutturata che coinvolga anche le Terme. Non dimentichiamoci che ad Acqui il termalismo nasce come termalismo sanitario. Non andremmo a inventare nulla, quindi, ma a recuperare una tradizione specifica acquese». L’Asl aveva comunicato al Comune l’intenzione di incontrare i vertici delle Terme. «So si stanno parlando – afferma il Sindaco – ma mi permetto di sollecitare ancora una volta in tal senso. Tanto più che sono in corso i colloqui tra il Comune e Terme di Acqui Spa per portare una parte pubblica all’interno della società».
“Ma niente allarmismi, il Galliano offre servizi di eccellenza”
Tra le urgenze del medio-breve termine resta l’assegnazione del primariato di Medicina: «So che sta andando avanti, ma lancio un appello perché tutte le fasi siano completate al più presto così da avere in tempi ragionevoli il nome del nuovo primario. La dottoressa Giannone sta reggendo molto bene il reparto, ma è chiaro il primariato di Medicina deve essere stabilizzato».
Dal consigliere De Angelis, tuttavia, l’invito a non cedere ad eccessivi allarmismi: «Ciò che non deve succedere è che la gente si spaventi, perché ad Acqui il servizio sanitario pubblico c’è e le prestazioni offerte nei reparti dell’ospedale ‘Galliano’ sono di eccellenza. Certamente ci sono varie criticità da risolvere, ma disegni di chiusura non ce ne sono. Anzi, in vista ci sono nuovi possibili modelli sperimentali che probabilmente verranno introdotti sul territorio».
Ma le criticità restano, e vanno risolte: «Come Commissione sanità – aggiunge De Angelis – abbiamo preparato un documento che invieremo a breve alla direzione generale dell’Asl in cui ribadiamo tutti questi punti: primariato di Medicina, questione cardiologi e implementazione del servizio Cup. Per questo ultimo punto in particolare chiediamo che gli operatori comunichino tempestivamente le disponibilità di visite e accertamenti diagnostici alla piattaforma del Cup regionale, che altrimenti non si aggiorna per tempo. Serve maggiore dialogo tra l’Asl e l’ente gestore, così da evitare che i pazienti vengano mandati in centri sanitari molto lontani nel caso, ad esempio, ci fosse disponibilità nello stesso ospedale di Acqui».