Acqui-Genova, vertice per discutere di scadenze e disagi
Coinvolti Rfi, Regione e pendolari
La situazione di una tratta da sempre problematica
OVADA – Gli utenti della Acqui – Genova fanno i conti ogni giorno con i disagi generati da una linea sulla quale arrivi e partenze sono un’ipotesi più di una certezza. E sullo sfondo c’è il ricordo di un 2023 da incubo nella seconda parte, come testimoniato dall’indice di puntualità introdotto dalla Regione Liguria.
Difficile che tutto questo non emerga in un incontro tra vertici di RFI, Regione e pendolari in cui si dovrà parlare anche del futuro immediato: lavori di manutenzione previsti in estate e prospettive sulla qualità dei viaggi e frequenza dei collegamenti.
Mobilità difficile
Il servizio sull’Acqui – Genova è progressivamente peggiorato negli ultimi anni. Dal mese di giugno in poi i ritardi si sono impennati. La testimonianza arriva dai bonus ottenuti dai pendolari per disservizi eccessivi. Ma non è questo che preme di più agli utenti. Nell’incontro di oggi l’argomento portante sarà il programma di investimenti da portare avanti con le risorse Pnrr. Lo scorso anno, ad agosto, si lavorò tra Borzoli e Mele. Quest’anno l’area interessata sarà quella dal Turchino al confine con il Piemonte. Binari e massicciata sono da sostituire, c’è poi l’eliminazione della frana di Mele.
“Noi pendolari – commenta da tempo Fabio Ottonello, presidente del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – siamo preparati all’idea di vivere anni difficile. Non abbiamo garanzia che al termine ci saranno benefici in termini di tempi di percorrenza”.
Battaglia di lungo corso
La Acqui – Genova è salita agli onori delle cronache per i problemi che si sono verificati con i convogli per le merci. I guasti ripetuti hanno peggiorato la situazione. “In una linea a binario unico ogni problema ha un impatto maggiore che su altre direttive”. Il grande cortocircuito risale allo scorso anno. I pendolari aspettavano interventi per facilitare la circolazione. Rete Ferroviaria Italiana ha di fatto rifiutato, con l’avvallo della Regione, chiarendo come non ci siano i presupposti per tornare a una situazione più simile al recente passato.