Nuova missione per Favale: stavolta è l’hotspot di Lampedusa
Giuseppe Favale, volontario della Croce Rossa di Acqui Terme, in questi giorni sta prestando servizio sull'isola per l'accoglienza dei migranti
ACQUI TERME – Nel biennio pandemico ha prestato servizio per ben sette volte sulle navi quarantena, dove venivano temporaneamente ospitati i migranti provenienti dalle coste del nord Africa: dall’Adriatica alla Rapsody, dall’Atlas alla Moby Dada.
Giuseppe Favale, ex casaro del caseificio Merlo oggi in pensione, è volontario della Croce Rossa di Acqui Terme dal 2005 e venerdì scorso è partito per l’ennesima missione. Questa volta prenderà parte alle operazioni di accoglienza e assistenza all’hotspot di Lampedusa. «Di solito – racconta – mi occupo della preparazione dei pasti, ma al momento c’è necessità di autisti per le ambulanze, quindi ora sono a disposizione per questo».
Nel 2009 per il terremoto in Abruzzo
Per Giuseppe Favale le prime missioni lontano da casa sono iniziate nel 2009, «quando insieme ad alcuni colleghi siamo partiti per l’Abruzzo, subito dopo il terremoto del 6 aprile. Poi nel 2012 a Trento, per l’accoglienza dei rifugiati in fuga dalla guerra civile in Libia nel ‘post Gheddafi’. Più di recente Forlì, per l’alluvione che nel maggio scorso ha colpito l’Emilia Romagna».
Oramai, quindi, un vero veterano delle operazioni di emergenza della Croce Rossa a sostegno dei migranti e delle popolazioni vittime delle calamità naturali. Per adesso, tuttavia, per Favale sono momenti di attesa. «Ora – spiega – l’hotspot è praticamente vuoto, non ci sono migranti ospiti. La situazione, però, potrebbe cambiare da un giorno all’altro. Le condizioni climatiche in miglioramento favoriscono la navigazione, quindi è possibile che qualche barcone possa arrivare qui a Lampedusa. Vedremo, noi siamo pronti».