Terme: “Riapertura a metà aprile? Si ufficializzi al più presto”
L’azienda precisa dopo l’annuncio del sindaco: "Interventi di adeguamento da programmare". Rapetti: "Clienti e albergatori attendono la data"
ACQUI TERME – Lo stabilimento termale di via XX settembre non riaprirà il 1° aprile. La smentita giunge direttamente dall’azienda dopo quanto affermato dal sindaco Danilo Rapetti nel corso dell’ultimo Consiglio comunale.
«Dalla proprietà delle Terme – spiega il sindaco di Acqui – abbiamo ricevuto una mail, ricevuta anche da Asl e Regione, in cui si dichiara che fino al 31 marzo non è possibile aprire, dal 1° aprile in poi sì». Una sorta di “misunderstanding” interpretativo, quindi? Almeno in parte. Dalla stessa azienda, infatti, la metà di aprile viene indicata quale «periodo di apertura al momento più probabile. Ci sono diversi interventi di adeguamento da programmare. Abbiamo da poco commissionato la progettazione per avere i capitolati», comunicano da Terme di Acqui Spa. A quanto pare – ma non ci sono conferme da parte della proprietà – tra i lavori da avviare anche alcuni adeguamenti normativi all’impianto antincendio.
Lo studio e la concessione
«Diciamo che la smentita della proprietà può essere definita una smentita relativa», osserva Rapetti. «L’importante è che si parli già della stagione primaverile. Se l’apertura dovesse slittare di un paio di settimane non sarebbe così grave. La data ufficiale, però, deve essere comunicata tempestivamente per dare il tempo ai clienti di organizzarsi, agli albergatori di programmare il proprio calendario e al Comune per “tarare” le manifestazioni in un certo modo».
Nel corso del Consiglio programmato lo scorso giovedì 21 il primo cittadino acquese ha anche confermato come l’amministrazione comunale abbia presentato alla Provincia una domanda di permesso di ricerca sull’area esterna alla concessione mineraria ‘Città di Acqui Terme‘, in scadenza a maggio 2025: «L’idea – ha dichiarato Rapetti durante la seduta consiliare – era quella di usare il finanziamento regionale di 150mila euro attraverso un accordo quadro con la Provincia. I fondi, tuttavia, saranno destinati alla Provincia stessa. Per noi va benissimo, ho solo chiesto al presidente Bussalino di fare presto perché il 2025 è molto vicino».
Con un’altra istanza presentata alla Provincia il Comune ha invece messo nero su bianco una manifestazione di interesse, «per inserirsi in questa specie di limbo normativo che al momento abbiamo come eventuale alternativa alla famiglia Pater, per far sì che allo scadere della stessa concessione ‘Città di Acqui’ sia spezzato il monopolio favorendo l‘ingresso di nuovi investitori».