Addio a Cascina Mandela, "ma passa ai servizi sociali"
ACQUI TERME A più di 30 anni dalla sua nascita ‘Cascina Nelson Mandela’ saluta la comunità visonese, "che ci ha…
VISONE – La volontà della Comunità di San Benedetto al Porto era chiara: Cascina Mandela sarebbe dovuta rimanere destinata a fini sociali. E così sarà.
Dopo l’addio dell’associazione fondata da don Andrea Gallo, a Visone per oltre trent’anni, la struttura di regione Lavandara passa in gestione ad Asca che in stretta collaborazione con la Protezione Civile ne farà un luogo destinato all’ospitalità temporanea di coloro che vivono in condizioni di estremo disagio sociale e di emergenza abitativa. In comodato d’uso dal Comune di Acqui, Cascina Scarsi (questo il nome originario della proprietà) diventerà un punto di riferimento per il servizio di supporto al pronto intervento sociale.
Addio a Cascina Mandela, "ma passa ai servizi sociali"
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“La struttura ospiterà persone in condizioni di estrema fragilità – dichiara Donatella Poggio di Asca, referente del progetto – per un’accoglienza temporanea che non sarà fine a se stessa ma integrata con un servizio di accompagnamento socio assistenziale. Persone senza fissa dimora o rimaste senza casa saranno affiancate da assistenti sociali e operatori per un percorso di reinserimento sociale e abitativo”.
La Protezione Civile si occuperà del monitoraggio della struttura e con Asca ne condividerà l’utilizzo con attività di formazione all’aperto, riunioni e corsi di aggiornamento. “Saremo di supporto ad Asca – spiega Lorenzo Torielli, presidente del gruppo dei volontari acquesi – nel garantire i servizi di prima accoglienza alle persone che saranno ospitate in via temporanea a Cascina Mandela. Al momento siamo ancora in una fase di studio e confronto, ma a ogni modo la collaborazione prevede da parte nostra il supporto logistico nella gestione e nel monitoraggio del nuovo centro”.
Una sorta di “servizio ponte” in attesa della completa riqualificazione dell’ex albergo Garbarino di viale Einaudi ad Acqui Terme, che grazie a un finanziamento di 1 milione e 90mila euro entro giugno 2026 Asca riconvertirà in una delle cosiddette “stazione di posta”. “L’edificio – commenta Donatella Poggio – diventerà un punto di riferimento per il territorio nell’ambito delle emergenze sociali. Garantirà accoglienza temporanea diurna e notturna a coloro che vivono in condizioni di estremo disagio economico e sociale. Tra i vari servizi che offriremo, la distribuzione pasti, i servizi per l’igiene personale e un “fermo posta” per la corrispondenza”.
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