Se i droni suonano alla porta
A quanto pare, questa volta pare essere vero. Entro la fine del 2024, nel Regno Unito e in Italia, grazie ad un accordo con l’Enac, Amazon inizierà ad effettuare le consegne utilizzando i droni MK30 che sono silenziosi, leggeri e piccoli, ma non così tanto da impedire loro di contenere i pacchi di prodotti per la casa, articoli di bellezza, forniture per ufficio e oggetti tecnologici che, in tal modo, potranno volare anche con la pioggia.
C’è da chiedersi come faccia Amazon a spingere sempre più in là l’innovazione e ad adottare la tecnologia nelle forme più impensate per migliorare il servizio al cliente. Chi ha visitato un suo centro logistico, sarà rimasto colpito dalla robotica utilizzata nei processi di picking e dagli algoritmi predittivi che facilitano l’organizzazione dei prodotti così da facilitare la preparazione degli ordini e la loro gestione. Che poi questa innovazione incida anche sui tempi di lavoro e sulla vita del personale, è aspetto che richiede una crescente consapevolezza.
Amazon, prima di aumentarne il canone annuo, ha sostenuto per anni importanti perdite per aumentare gli abbonati ad Amazon Prime, il servizio che oggi include anche musica e video, ma che rende fedele il cliente con il vantaggio di aver già sostenuto i costi delle spedizioni. Una strategia volta ad acquisire la leadership del mercato, ma anche di una posizione di cui Amazon è accusata di abusare in un processo al momento in corso negli Stati Uniti che potrebbe cambiare la storia del commercio elettronico.
Qui in Italia, dove l’Antitrust ha intrapreso un’indagine simile, i servizi di Amazon hanno alzato l’asticella nei confronti di tutti coloro che intendano vendere online: un beneficio per chi compra, forse un limite di cui tenere conto se si ha a cuore la competitività e l’apertura di un mercato.