“Tessile? Qui poco sviluppo, e le professionalità scarseggiano”
La testimonianza di Arduino Filippini, titolare del maglificio Tricot Harden, ad Acqui da più di 70 anni
ACQUI TERME – Quello di tessile e abbigliamento non è un settore particolarmente florido per quanto riguarda l’Alessandrino. Le aziende sul territorio non sono molte e quelle che ci sono faticano a trovare personale.
Ad Acqui Terme ha sede il maglificio ‘Tricot Harden’, un’azienda che rifornisce numerosi noti marchi d’abbigliamento e che dal 1950 è sotto la guida della famiglia Filippini.
“Con il Covid produzione stravolta”
«Con la pandemia – spiega Arduino Filippini, amministratore delegato di Tricot Harden – abbiamo dovuto sospendere l’attività per circa due mesi. Il contraccolpo è stato forte anche dal punto di vista della produzione, soprattutto nel 2021. Per un po’, infatti, a causa degli effetti economici e commerciali le vendite si sono contratte sensibilmente, poi quando la situazione si è un po’ ripresa abbiamo dovuto “rincorrere”. Ora diciamo che si vive alla giornata».
Dopo il Covid i ritmi si sono fatti ancora più serrati: «La produzione richiede tempi sempre più ristretti. Si alternano periodi di “stanca” con altri invece particolarmente intensi e impegnativi, durante i quali c’è grande richiesta. Sta diventando un lavoro con una curva produttiva molto sinusoidale, con picchi sia in alto che in basso».
Più passano gli anni, però, e più è difficile reperire personale con un’adeguata formazione, «anche perché in provincia – sottolinea Filippini – di maglifici e aziende del tessile ce ne sono davvero pochi. Non c’è “turn over” e c’è grave carenza di scuole di formazione. Quando c’è necessità di nuove assunzioni per il lavoro stagionale fatichiamo parecchio a trovare personale qualificato». Nel settore, insomma, il ricambio generazionale sta diventando una criticità sempre più evidente: «In generale l’età media è abbastanza elevata. Da noi, ad esempio, alcune dipendenti sono prossime alla pensione. A tutto ciò si aggiungono le chiusure dei piccoli laboratori, con cui spesso dobbiamo collaborare quando la produzione è intensa».