Area dell’ex PalaOrto: per il rilancio pronto il primo progetto
La Giunta mira a un finanziamento di un milione per un primo lotto di interventi per il restauro del magazzino limitrofo alla Biblioteca Civica
ACQUI TERME – Del recupero del sito archeologico di via Ferraris si discute da ormai troppo tempo. Dopo due bandi d’asta andati deserti, per tentare di attingere ai primi fondi utili ad una riqualificazione organica di tutto il complesso – ovvero l’area in cui, a seguito di scavi edilizi, nel 2007 furono rinvenuti i reperti archeologici d’epoca romana e i due stabilimenti ora in uso all’Economato – la Giunta Rapetti ha elaborato un progetto definitivo per il restauro della struttura dell’ex PalaFeste, da realizzare con i fondi regionali messi a bando per opere pubbliche di sviluppo locale degli anni 2023-2025.
“Un piano molto ambizioso”
«Il progetto che abbiamo elaborato – spiega Alessandro Lelli, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici – rientra in un piano molto più ampio e ambizioso che riguarda l’intera area compresa tra l’ex Kaimano e la Biblioteca Civica. Ovviamente per il recupero complessivo degli stabilimenti dell’ex Kaimano e del sito archeologico di via Ferraris sono necessari investimenti ingenti. Per il possibile reperimento di fondi regionali o ministeriali, quindi, abbiamo deciso di procedere “a lotti”».
Nel caso in cui il Comune avrà accesso ai fondi disponibili il primo step di interventi andrebbe a riguardare il capannone alle spalle della Biblioteca Civica, «oggi utilizzato come secondo deposito dell’Economato ma dove in precedenza venivano ospitati eventi e manifestazioni di vario genere».
Un primo lotto di interventi che, oltre al milione di euro da bando regionale, richiederebbe anche una parte di investimenti comunali nella misura di 450mila euro circa.
“Serviranno altri fondi”
«La struttura in questione – commenta Lelli – verrebbe così completamente recuperata e resa funzionale per ospitare eventi culturali ed esposizioni. Un primo lotto di lavori che darebbe il via a quella che vorremmo diventasse un’opera molto più ampia, che andrebbe a comprendere il recupero dell’area archeologica tramite percorsi pedonali rialzati e cartelli informativi, oltre alla realizzazione di una copertura a protezione dei reperti».
Per far sì che le buone intenzioni diventino atti concreti bisognerà, però, attingere a ulteriori e più sostanziosi contributi: «L’intenzione del sindaco è anche quella di interloquire direttamente con il Ministero della Cultura per provare a reperire nuovi fondi. Come detto, il progetto è ambizioso, ci auguriamo possa attirare l’interesse di fondazioni o enti che operano nel settore del patrimonio culturale che possano contribuire alla sua realizzazione».