Danza: “Acquesi dove siete? Pubblico per lo più da fuori”
Loredana Furno, ex prima ballerina del ‘Regio’ di Torino, è l’ideatrice di Acqui in Palcoscenico:. "Negli ultimi anni in città poca partecipazione"
ACQUI TERME – Una vita per la danza. È quanto certamente si può dire di Loredana Furno, ex ballerina e coreografa nonché ideatrice e curatrice del festival internazionale ‘Acqui in Palcoscenico’, la cui 40esima edizione si è conclusa lo scorso martedì 18.
“Non ho mai scelto, la danza mi ha scelta”, ha dichiarato in una recente intervista Loredana Furno, per 15 anni prima ballerina al Teatro Regio di Torino, città dove è anche direttrice della Scuola di danza e perfezionamento. Dopo aver creato nel 1980 il festival Vignale Danza, nel 1983 ne lascia la direzione per dare vita l’anno seguente ad altre due rassegne: Bolzano Danza e, appunto, Acqui in Palcoscenico.
“Negli anni ’80 la città viveva ancora dei fasti delle Terme, e d’estate c’era sempre gran fermento. Ora, purtroppo, la situazione è un po’ diversa..”, racconta con un velo di malinconia. Come diverso era il coinvolgimento che gli acquesi manifestavano per la rassegna artistica dedicata alla nobile arte. “Effettivamente spiace constatare come negli ultimi anni il pubblico di Acqui in Palcoscenico sia sempre di più composto soprattutto da stranieri e appassionati che vengono anche da fuori provincia. Di acquesi, ahimé, se ne vedono sempre meno…”.
La crisi delle Terme e la chiusura del ‘Verdi’
Una manifestazione, quella creata dall’ex prima ballerina del ‘Regio’, che dal 1986 con l’istituzione del premio ‘Acqui Danza’ ha portato in città molti grandi nomi del panorama artistico mondiale: da Carla Fracci a Roberto Bolle, da Ekaterina Maximova e Vladimir Vassiliev a Vladimir Derevianko, da Elisabetta Terabust ad Amedeo Amodio, solo per citarne alcuni. Eppure la risposta da parte della città negli ultimi tempi è andata scemando. Un calo di interesse che secondo Loredana Furno può avere diverse origini: “Facendo un discorso più ampio, mi pare innanzitutto evidente come la gente stia purtroppo disimparando ad andare a teatro. Più nello specifico – osserva – il “raffreddamento” degli acquesi nei confronti della nostra rassegna a mio modo di vedere è iniziato già qualche anno prima del Covid, proprio nel periodo in cui ha preso il via la crisi del settore termale. Non so se sia un caso, ma è proprio così”.
Le stesse location potrebbero in qualche modo rappresentare un fattore condizionante? “Per quanto riguarda il Centro Congressi – risponde Loredana Furno – posso dire che è uno spazio ottimale, anche se qualcuno si è un po’ lamentato del fatto che sia un po’ troppo periferico. Per il ‘Verdi’ ho l’impressione che gli anni di inutilizzo non abbiano giovato. La serata inaugurale con la premiazione di Jacopo Tissi (fino a pochi mesi fa primo ballerino del Bolshoi, ndr) ha certamente portato tante gente sulle tribune del teatro all’aperto, anche tra gli stessi acquesi. Tuttavia in occasione degli eventi successivi le cose sono un po’ cambiate. Forse, anche in questo caso, i cittadini devono tornare a riprendere una certa confidenza con questo impianto».
“Il Comune tiene alla nostra rassegna”
Mai come quest’anno il calendario di Acqui in Palcoscenico è stato ricco di eventi, “ben 18 spettacoli in programma, l’ultimo nella magnifica cornice del Chiostro del Duomo”. Ad Acqui e nell’Acquese, tra l’altro, tante sono le scuole di danza, “ma il festival lo fanno gli adulti”, dice la Furno con un po’ di ironia. “Il Comune, a ogni modo, ha manifestato l’intenzione di fare il possibile per sostenere e rilanciare la rassegna. Cosa mi sento di dire agli acquesi che ci hanno “snobbato”? Semplicemente che mi spiace non ne abbiano approfittato, perché questa edizione è stata certamente di grande valore, e con spettacoli di notevole qualità. A ogni modo, continuo a confidare in voi! (sorride, ndr)”.