Zoran Mušic: da domani la mostra a Palazzo Robellini
L’impegno di Adriano e Rosalba Benzi, supportati da Comune e Rotary Club. Esposizione visitabile fino al 3 settembre
ACQUI TERME – Ancora una volta Acqui Terme è protagonista dell’estate sul piano dell’arte in provincia. Merito di Adriano e Rosalba Benzi, straordinaria coppia di collezionisti, che da anni regalano al nostro territorio mostre di alto livello.
Ora però si sono veramente superati con una esposizione di oltre settanta opere di grafica realizzate da un grande artista come Zoran Mušic. L’esposizione viene inaugurata domani, sabato, alle 18.30 a Palazzo Robellini in piazza Levi.
‘Zoran Mušic Grafica’ è il titolo della mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 3 settembre con orario 10-12.30 e 16-19. L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno del Comune e l’appoggio del Rotary Club di Acqui.
L’esposizione è destinata ad avere una risonanza che va oltre i confini provinciali, costituendo un volano importante per il turismo estivo di Acqui Terme e più in generale della provincia. Zoran Mušic è infatti un grande nome dell’arte del Novecento, conosciuto in tutto il mondo.
La biografia
Pittore e incisore (Gorizia 1909 – Venezia 2005), dopo aver studiato a Zagabria soggiornò a Madrid (1933-35) e in Dalmazia. Successivamente si stabilì a Trieste e poi a Venezia nel 1943 dove sposò Ida Barbarigo Cadorin che considererà la sua unica musa ispiratrice. Nel novembre 1944 fu arrestato dalla Gestapo perché ritenuto attivista in operazioni anti-tedesche e deportato nel campo di concentramento di Dachau per quindici mesi: una drammatica esperienza che lo segnò per sempre. Nel 1945 fu liberato e fece ritorno a Lubiana, quindi ancora una volta incominciò un lungo pellegrinaggio tra varie città: Gorizia, Istria e Venezia, dove nel 1950 alla Biennale d’arte vinse il premio Gualino.
Su carta a Venezia
Nei suoi lavori è fondamentale il ricordo della sua terra, trasfigurato in un primitivismo caratterizzato da simboli di grande forza poetica che spesso sconfinano nel non figurativo. Molto importanti e di grande impatto sono la serie di lavori su carta legati alla vita del campo di prigionia di Dachau, dove disegnò di nascosto in condizioni estremamente difficili e pericolose. Degli anni Ottanta sono numerose le vedute di Venezia.
La mostra di Acqui permetterà di rivedere lo straordinario percorso di questo grande artista, che ha cercato di costruire un ponte tra l’Est e l’Ovest europeo, proponendo contenuti umani e civili fortemente vissuti e prestando una intelligente attenzione alle trasformazioni della sua epoca.
«Questa mostra – dice Adriano Benzi – comprende ogni aspetto dei lavori di Zoran Mušic, compresi quelli realizzati in campo di concentramento. Sono stati raccolti nel corso di molto tempo in Italia, è difficile realizzare una collezione su di lui perché come grafica non ha fatto tantissimo e chi ha sue opere di questo tipo tende a non cederle. Quando sono riuscito ad avere una quantità adeguata di suoi lavori, ho pensato di allestire la mostra»