Acqui piange la scomparsa di ‘Zeta’: “Un padre, un amico, un umile eroe”
Da parenti e amici il ricordo di Davide Zendale, il ristoratore acquese scomparso lunedì dopo una breve malattia. I funerali giovedì 13 nella Chiesa del Cristo Redentore
ACQUI TERME – Per tutti era ‘Zeta’, e la sua scomparsa ha lasciato attonita tutta la comunità Acquese e non solo. Davide Zendale, infatti, era molto conosciuto anche fuori Acqui, in quanto per lungo tempo è stato gestore dello storico locale ‘La Betula et Carat’ nonché ideatore e volto del rinomato ‘Zeta‘, attività promotrice dell’innovativo concetto di fast food Piemontese.
Il tifoso dal cuore d’oro
Davide, però era anche tanto altro. Nel corso degli anni ha dato prova della sua ecletticità e silenziosa solidarietà. Appassionato tifoso dell’Acqui, è stato anche protagonista di comparsate televisive ed esilaranti e intelligenti gag volte a divertire rompendo gli schemi, sempre supportato da una folta schiera di amici e colleghi. Dalla sua risata contagiosa e dall’instancabile voglia di fare sono nati eventi come ‘La Notte Romana’, la premiata ‘Fiera della birra artigianale’ e il ‘Festival degli artisti di strada’, che hanno unito le attività del territorio sotto il segno dell’eccellenza e dell’ospitalità.
Sempre disponibile alle necessità della comunità, ha promosso e supportato iniziative a scopo ludico e benefico: concerti, tornei sportivi ed eventi. ‘Zeta’, insomma, per la sua città è sempre stato presente e rilevante.
A poche ore dalla notizia della sua scomparsa, su Facebook e sui profili social degli acquesi sono andati moltiplicandosi i post di condoglianze alla famiglia, foto e simpatici aneddoti che ne testimoniano il grande carisma e il grande cuore che, umilmente e silenziosamente, Davide ha saputo donare a chi gli stava accanto. Ad elencare i gesti di solidarietà di ‘Zeta’ ci sarebbe da perdersi, iniziative di cui è stato artefice soprattutto durante il periodo della pandemia.
A tutto ciò si aggiunge l’episodio che nel 2017 lo aveva fatto balzare agli onori delle cronache per aver soccorso e aiutato un giovane richiedente asilo di origine somala aggredito nei pressi della fontana romana da un paio di minorenni, fuggiti grazie al suo intervento. “L’ho fatto d’istinto, lo avrebbe fatto chiunque”, diceva quasi minimizzando il suo gesto, pur sapendo che le cose, forse, non stavano proprio così. Davide era così, nel lavoro, nell’amicizia e nella vita di tutti i giorni: donare affetto, senza nulla chiedere, era una delle sue virtù più grandi.
Il ricordo di chi gli voleva bene
Gli amici e i colleghi lo ricordano così: “Di Davide rimangono migliaia di ricordi e di momenti indelebili. Più di tutto rimarrà il suo coraggio e la sua amicizia. Di questi insegnamenti sarà cura di ognuno farne tesoro per superare l’immenso vuoto che lascia dietro sé. Alle nostre lacrime trova spazio il suo sorriso, la sua goliardia e la sua profonda amicizia. Aver avuto la fortuna di conoscere “Zeta” è stato il più bel regalo. Come amici, genitori, colleghi e cittadini saremo vicini alla famiglia e onoreremo Davide con il rispetto e la gioia di vivere che lui stesso ci ha insegnato. In tutto questo rumore commemoreremo ciò che di più vicino ad un eroe la nostra epoca possa ricordare. Oggi e per il futuro non onoriamo solo Zeta, noi onoreremo il suo esempio. Grazie Davide, per tutto”.
Nella sofferenza Davide ha combattuto fino all’ultimo senza far mancare mai il suo sorriso, anche contro il fulmineo male che lunedì lo ha portato via.
La famiglia, i suoi due figli, gli amici e tutta la cittadinanza ne daranno l’addio giovedì 13 alle 11 nella Chiesa di Cristo Redentore nel quartiere di San Defendente. “Come avrebbe voluto lui – ricordano gli amici – più che fiori, sono gradite opere di solidarietà”.