Grandine in Piemonte: danni anche nei comuni di Spigno e Roccaverano
Nella giornata di ieri precipitazioni di "eccezionale intensità", Cirio: "Avviate procedure per stato di calamità"
TORINO – Una grandinata di eccezionale intensità si è abbattuta nel pomeriggio di ieri, giovedì 6, in vaste zone delle Langhe, Monferrato e Roero, tra Cuneese e Astigiano, nel Torinese e anche il provincia di Alessandria, in particolare a Spigno Monferrato.
I territori più colpiti
“Dai primi riscontri – comunicano dalla Regione – i danni all’agricoltura risultano importanti. Una iniziale ricognizione dei tecnici dell’Arpa ha stabilito che risultano colpiti in maniera particolare i comuni di Santena, Poirino e Pralormo, nel Torinese, Cisterna d’Asti, San Damiano d’Asti, San Giorgio Scarampi, Serole e Roccaverano nell’Astigiano, Montà, Santo Stefano Roero, Moltaldo Roero, Canale, Castellinando d’Alba, Priocca, Vezza d’Alba, Castagnito, Guarene, Piobesi d’Alba, Corneliano d’Alba, Barbaresco, Neive, Alba, Treiso, Mango, Cossano Belbo, Rocchetta Belbo, Trezzo Tinella, Castino, Cortemilia nel Cuneese, e Spigno Monferrato, nell’Alessandrino. Una mappatura più esaustiva e una valutazione dell’intensità delle precipitazioni è in corso in queste ore”.
Nella giornata di oggi, venerdì 7, i funzionari dell’Assessorato regionale all’Agricoltura effettueranno un sopralluogo per valutare i danni e le procedure da attivare a fronte di calamità naturali ed eventi metereologici di tale portata.
“Ci arrivano segnalazioni di chicchi grandi come palline da tennis e di ingenti danni alle coltivazioni” spiegano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa. “Ci siamo immediatamente mobilitati: già stasera (ieri, ndr) – aggiunge il presidente Cirio – andrò in alcune delle località colpite per verificare la situazione e domani i nostri funzionari eseguiranno una serie di sopralluoghi per una prima stima dei danni. Abbiamo già attivato tutte le procedure per la richiesta dello stato di calamità perché i danni sono enormi e gli agricoltori dovranno essere risarciti».