EcoSentieri, il podcast che racconta l’alessandrino Umberto Eco
Scritto e realizzato dal giornalista Brunello Vescovi, descrive il mondo nel quale si è formato il celebre scrittore
ALESSANDRIA – L’idea del canale di podcast EcoSentieri – che è stato prodotto dalla piattaforma Loquis – è nata quando, durante la polemica sorta sull’opportunità o meno di intitolare il liceo a Umberto Eco, mi sono imbattuto nella classica stereotipata considerazione riservata all’alessandrino di successo, che ha fatto le valigie per inseguire i suoi sogni e gli è andata bene. “Si è dimenticato delle sue origini”, “Non parla di Alessandria in tv”, “Ormai dice in giro che è milanese (o romano, o di vattelappesca)”.
Sulle spalle di Umberto
Poi mi è capitata fra le mani una raccolta di testimonianze di alessandrini (e non solo) su Umberto Eco curata da tre insegnanti: Gianluigi Ferraris, Guido Ratti, purtroppo oggi scomparso, e Sylvia Martinotti. Dei primi due, fra l’altro, conosco le ragioni che li opponevano alla ridenominazione del liceo, basate sull’inopportunità di cancellare il nome di Plana. Le rispetto.
Dalla galleria di interventi che emergevano nelle pagine di quel ponderoso volume, “Sulle spalle di Umberto”, scaturiva l’immagine di un ragazzo dai mille interessi. Non certo un secchione, ma un vulcano di trovate, un trascinatore, un leader naturale dei compagni di classe e degli amici dell’oratorio capace di mille iniziative, purché non si trattasse di sport.
Leggendo i romanzi usciti dopo il successo planetario del Nome della Rosa non è difficile scorgere come il grande intellettuale e poi autore di best seller non abbia mai voluto nascondere la sua storia di ragazzo nato in provincia. In un suo famoso articolo del ‘67 sull’Espresso, intitolato “Pochi clamori tra la Bormida e il Tanaro”, Eco definiva “una categoria dello spirito” l’essere nati ad Alessandria: la naturale tendenza a ridurre tutto all’ovvio e al concreto. E di questo naturale scetticismo, di quest’atteggiamento cinico ricordava i vantaggi e gli svantaggi. È un bene quando induce alla circospezione, ad atteggiamenti ponderati prima di agire. Ma è un male quando la conseguenza diventa l’immobilismo, che può sfociare in disperazione. Nei suoi stessi vizi, come nelle sue virtù, Eco ammetteva di ritrovare l’ambivalenza dell’atteggiamento alessandrino.
Umberto Eco, tutte le puntate del podcast
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- EcoSentieri, una scultura luminosa per una mente elettrica
- EcoSentieri: Villa del Foro, il mistero della statuetta
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- EcoSentieri, il teatro dove Eco decise quando era nata Alessandria
- EcoSentieri, in quella villa Dario Fo fece il gran rifiuto
- EcoSentieri, la piazzetta con l’obelisco dove passano tutti
- EcoSentieri, la tenuta di Gavi condivisa con l’artista
- EcoSentieri, l’epifania di piazza Valfré
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Tra le vie del Professore
La galleria di podcast che ho provato a proporre in Eco Sentieri rappresenta il mio tentativo di far conoscere aspetti meno noti del Professore attraverso i rapporti con Alessandria per costruire un itinerario virtuale attraverso sue memorie di infanzia, aneddoti (anche le “epifanie” sul modello di Joyce), stralci di interviste, episodi ricordati da altri come l’amico Gianni Coscia, riferimenti che sgorgano improvvisi e inaspettati nelle sue pagine.
Non solo Gelindo e bellecalda, ma anche intime riflessioni sulla casa dov’è nato, la fascinazione esercitata su di lui dal mosaico di Severini, l’influenza dei pomeriggi al cinema (fra cui l’indimenticato “giasòn” di via Dante) sulla sua attività di scrittore. E l’orgoglio per una storia di fondazione di Alessandria che ha sempre ritenuto interessante e assolutamente sottostimata e che invitava a riscoprire – ne ha dato l’esempio scrivendo “Baudolino” – anche per rinsaldare l’orgoglio verso le proprie radici.