De Lorenzi torna in Consiglio: “Dalla Giunta trionfalismi esagerati”
L'ex candidato sindaco del Pd prende il posto del dimissionario Bruno Barosio
ACQUI TERME – “Se le dimissioni di Bruno Barosio mi hanno colto di sorpresa? Un po’ sì, ma la sua decisione è stata dettata da motivi personali, che vanno rispettati”: a parlare è Carlo De Lorenzi, ex candidato sindaco del centrosinistra alle Comunali del 2017 e già consigliere d’opposizione negli anni dell’amministrazione Lucchini.
“Vedo poca sostanza”
Sarà lui a occupare tra i banchi della minoranza il posto lasciato vacante da Barosio. “Tornerò a fare opposizione con umiltà e decisione allo stesso tempo. Senza preconcetti, ma ben consapevole che questa Giunta, per quanto si dica civica, ha invece una chiara impronta politica”.
Un giudizio su questo primo anno a guida Rapetti? “Onestamente devo dire che ho notato eccessivi trionfalismi su diversi fronti. A partire dalla questione Terme passando dall’ambito progettuale a quello sanitario. Dando uno sguardo all’albo pretorio – commenta De Lorenzi – vedo poca sostanza, e in diversi casi anche le tempistiche sono discutibili. Solo a titolo di esempio: come è possibile che la delibera sulle Acquilimpiadi venga pubblicata ad appena dieci giorni dall’evento?”.
“A sinistra dobbiamo interrogarci”
De Lorenzi, però, estende la propria analisi a un più ampio concetto del “fare” amministrativo: “Da questo punto di vista Acqui non può più essere concepita come una cittadina – dice – ma bensì come un paese. Si assegnano compiti e posti in Consiglio seguendo una logica di consensi e rapporti personali. Secondo me non è questo il modo più giusto di amministrare una città di 20mila abitanti. La verità, purtroppo, è che anche a livello nazionale stiamo vivendo un momento di grave crisi della rappresentanza politica. In questo senso penso che ad Acqui occorra lavorare anche da un punto di vista culturale”.
Processo a cui, evidentemente, negli ultimi decenni la stessa sinistra acquese non ha contribuito a sufficienza. “All’interno del Pd serve certamente una profonda riflessione. Finora abbiamo pensato troppo a come vincere, per poi cambiare le cose. Credo che oggi, invece, bisogna prima di tutto impegnarsi per cambiare le cose, e solo dopo pensare a come vincere le elezioni. Dobbiamo interrogarci sulla crisi della sinistra acquese e fare in modo che si riavvicinino alla politica coloro che negli ultimi anni se ne sono allontanati, per portare idee e proposte nuove. È un aspetto che credo riguardi tutta la sinistra acquese, non solo il Pd”.