“Oggi rinasce la Casa delle Donne”: occupata l’ex Circoscrizione nord
L’azione di Non una di Meno in viale Teresa Michel
Il rettore e la Casa delle Donne: "Chiediamo all’Amministrazione e agli altri Enti di trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze del collettivo Nonunadimeno"
Il rettore dell’Upo, Gian Carlo Avanzi, prende posizione in merito all’occupazione della sede dell’ex Circoscrizione Nord, in viale Michel, da parte del collettivo Nonunadimeno per riaprire la Casa delle Donne.
“A differenza di quanto affermato dalle attiviste – spiega – non si tratta di un luogo abbandonato ma di un edificio che l’Ateneo ha recentemente acquistato per costruire un grande Campus universitario, con l’obiettivo di raddoppiare la presenza che l’Università del Piemonte Orientale ha nella città di Alessandria. Un complesso immobiliare, contiguo con la storica sede del Disit (Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica), in cui troveranno sede laboratori, aule studio, una mensa, aree di svago, compresi spazi anche a disposizione dell’intera cittadinanza, come già avvenuto nelle altre città in cui è insediata l’Università del Piemonte Orientale”.
“Oggi rinasce la Casa delle Donne”: occupata l’ex Circoscrizione nord
L’azione di Non una di Meno in viale Teresa Michel
Secondo il rettore, “l’acquisizione di quello spazio è stata per l’Università l’esito di un impegnativo percorso che non può, ora, essere interrotto: i tecnici dell’Ateneo lavorano da tempo alla progettazione per consentire a studentesse e studenti di poter fruire quanto prima del nuovo Campus, garantendo, così, il loro diritto allo studio previsto dalla costituzione. È inoltre del tutto evidente alla città di Alessandria e alle sue istituzioni come la costruzione di un grande e moderno campus universitario sia fondamentale per lo sviluppo della città stessa, oltre a rappresentare un’eccezionale occasione di miglioramento del sistema universitario pubblico, aspetti che rendono oltremodo urgente il compimento di quest’opera”.
Non solo: “La recentissima trasformazione dell’Ospedale di Alessandria in Azienda ospedaliero-universitaria – ricorda Avanzi – è solo l’ultimo tassello di un rapporto simbiotico e sinergico che l’Università intrattiene con il territorio in cui è insediata. Il Campus che stiamo per realizzare in viale Michel è l’esito necessario e ineludibile di questo percorso. L’Università non ha mai fatto interventi di speculazione in nessuna delle proprie sedi; la nostra storia ne è testimone. Basti qui considerare quanto fatto ad Alessandria nei decenni trascorsi (il Disit e Palazzo Borsalino), ma anche ricordare cosa ha significato per la città di Novara il recupero del Campus Perrone o dell’ex cotonificio Wild, cosa sta significando per Vercelli il recupero dell’immobile in via Bassano del Grappa (confiscato sulla base delle leggi antimafia e che a breve diventerà sede della mensa per gli studenti), o per la città di Verbania il recupero di Villa San Remigio. Quelli elencati sono esempi di interventi di riqualificazione urbana volti a recuperare spazi dismessi, contribuendo in maniera significativa a rivitalizzare i centri storici e le periferie delle nostre città. Abbiamo sempre operato in questa direzione e ci stiamo muovendo in questo modo anche ad Alessandria. L’Università del Piemonte Orientale, con l’adozione del Bilancio di Genere e del Gender Equality Plan (il Gep, piano di eguaglianza di genere), ha messo in atto, a beneficio dell’intera comunità accademica, politiche attive e azioni concrete volte a favorire la piena inclusione di ogni espressione della soggettività sessuale: anche in questo ambito abbiamo dimostrato un impegno e una sensibilità che quotidianamente rinnoviamo”.
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“Ciò detto – conclude Avanzi – l’Università, pur comprendendo che la comunità Casa delle Donne Transfemminista Queer necessiti di una propria sede, si oppone fermamente a tutti gli atti di illegalità, compreso quello di occupazione dello stabile che a breve dovrà essere demolito per far spazio al Campus. L’Università del Piemonte Orientale chiede all’Amministrazione cittadina e gli altri Enti territoriali locali di trovare una soluzione che vada incontro alle esigenze del collettivo Nonunadimeno, esigenze che non possono essere soddisfatte a discapito di quelle degli studenti e della comunità universitaria. Per parte nostra chiediamo all’Associazione che ci vengano prontamente restituiti gli spazi abusivamente occupati, così che l’Ateneo possa proseguire, senza indugi e ritardi, il proprio lavoro e il proprio impegno a favore della comunità studentesca e del territorio”.